sabato 23 giugno 2012

Hannah Arendt e Green Hill

Beagle
Beagle, un cane dolcissimo.


Si chiedeva Hannah Arendt  nei suoi “Quaderni e Diari (1950-1973)” - ed. Neri Pozza:1973)” - ed. Neri Pozza:

Amor mundi – perché è così difficile amare il mondo?


Certo aveva tutti i motivi per porsi questa domanda, lei, ebrea, internata a Vichy per mesi, costretta a fuggire sempre, fino all'approdo negli Stati Uniti.


Hannah Arendt,  testimone e vittima di uno dei periodi più oscuri del secolo  scorso, riesce a mantenersi obiettiva ed è, per me, quella grande donna  che, nonostante il dolore e la sofferenza, riesce addirittura a prevedere l’errore che stava attuando il popolo ebraico sopravvissuto (v. Israele).


Sono partita da una storia atroce dell’umanità verso gli uomini, per arrivare alle storie atroci contro gli animali – nostri fratelli.
Sopra c'è la foto, una delle tante che sono in rete, di un beagle.
E sono proprio loro, questi dolci cani, le vittime in questo caso, del predatore  ‘uomo’


Dal sito Rai Giornale radio del 16 giugno scorso,  riporto le prime righe:


DAVANTI AL SENATO PRESENTATO IL MANIFESTO UFFICIALE DELLA CAMPAGNA
Roma, migliaia in piazza contro la vivisezione
No alla vivisezione e si alla chiusura di Green Hill, la struttura di Montichiari dove vengono allevati beagle per la sperimentazione. Un corteo composto da migliaia di persone ha animato le vie della Capitale con l'intenzione di portare avanti questo messaggio. Tra i partecipanti anche l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla, che ha chiesto di chiudere Green Hill in base all'art.14 della legge comunitaria licenziata dalla Camera…


Su questo sito http://www.fermaregreenhill.net/wp/  sono riportate in maniera chiara le iniziative passate e in corso per fermare la vivisezione.


A chi l’argomento stesse a cuore, consiglio la pagina su Gea Press  in data di ieri 22 giugno.






Buon sabato a tutti!


Immagini prese in rete



LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Visualizzazioni totali