martedì 23 dicembre 2008

Banali verità

Leggo su Meditare.net quanto segue:
"La cultura esige, innanzitutto, il rispetto della verità, che è intelligenza.

Mi è capitato poc'anzi di osservare in un quotidiano on line la foto di un alto prelato che ostentava disinvoltamente una splendida croce d'oro.

Ma la vera croce non fu mai d'oro.

Coloro che l'indossano come monile distintivo dovrebbero cominciare a sostituirla con una più acconcia, quindi disfarsene e donarne i proventi ai disagiati, ai bisognosi, agli umili.

Qualora l'avessimo dimenticato siffatta impellenza si chiama altruismo, compassione ed implica il tentativo strutturale e non episodico di emancipare individui o famiglie sprovviste di mezzi.

Ebbene, nel momento stesso in cui un numero sempre più cospicuo d'indigenti e precari lottano per sopravvivere, codesti personaggi non lesinano d'accumular beni su beni.

Ma attenzione, perché gli abiti monastici, nonché i simboli che sovente inopportunamente li adornano, non sono carismi spirituali. Bensì distintivi di una missione culturale. Ciò che conta è il comportamento reale. Nascondersi dietro l'apparenza di una divisa è come camuffarsi. Agli occhi di "Dio" è solo un ostacolo.
Come definireste coloro che antepongono il denaro agli esseri umani? E purtroppo alcuni religiosi lo fanno, eccome se lo fanno.

Checché dicano, qualunque cosa abbiano la sfacciataggine di predicare, adorano innanzitutto il Dio denaro.

Temo che così facendo l'acqua benedetta potrebbe infine esaurirsi.


La premiata ditta "preti & c." – è solo un modo di dire; non bisogna generalizzare; nutrire comunque riguardo – onora un Cristo sui generis. Ma i fanatici dalla doppia morale avranno sempre meno voce in capitolo."

salius

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