giovedì 24 dicembre 2009

Buone Feste a tutti noi



A tutti voi, con cui ho condiviso quasi un anno di blog, auguro un Sereno Natale.




E che il prossimo anno, ormai così vicino, sia un anno diverso sotto tanti aspetti, diverso e decisamente migliore.
Un abbraccio a tutti, con grande affetto.



giovedì 19 novembre 2009

Citazione

Mi piace immaginare uno Stato che possa permettersi di essere giusto con tutti gli uomini, e di trattare l’individuo con il rispetto che si ha per un proprio vicino; uno Stato, ancora, che non consideri in contrasto con la propria tranquillità il fatto che alcuni vivano in disparte, senza immischiarsi nei suoi affari e senza lasciarsene sopraffare. 
(Henry David Thoreau)

Con questa frase di Thoreau, che condivido, saluto tutti voi, amici
per un po' di tempo.
Un po' prima di Natale sarò di nuovo qui per gli auguri e i saluti.

Buona permanenza!
Lara











lunedì 16 novembre 2009

La Lepre sulla Luna





In un tempo lontano,
una lepre e una scimmia
fecero amicizia
con una volpe.
Durante il giorno,
giocavano nei campi,
al tramonto del sole,
tornavano nella foresta.
In questo modo
passarono gli anni,
fino a quando
il Re del Cielo,
udito il fatto,
per sapere la verità,
in sembianza di vecchio,
viene barcollando
e disse agli animali:
"Ho sentito che voi tre
giocate assieme,
pur essendo
di specie diversa.
Se questo è vero,
salvate un vecchio
che muore di fame."
E gettato il bastone,
si mise a riposare.
"È molto semplice,"
risposero gli animali.
Senza esitare,
la scimmia tornò
dal bosco vicino
portando della frutta;
la volpe con un pesce
preso nel ruscello.
Anche la lepre
girò attorno,
ma non trovò niente
da offrire al vecchio.
Disprezzata, soffriva,
nel suo cuore.
Infine, disse:
"Tu, o scimmia,
porta legna dal bosco;
e tu, o volpe,
accendi il fuoco."
Avendo le due
eseguito l'ordine,
la lepre si gettò
in mezzo al fuoco,
offrendosi in dono
al vecchio affamato.
A questa vista,
il vecchio levò
gli occhi al cielo
e si accasciò al suolo,
in lacrime.
Battendosi il petto,
disse agli animali:
"Tutti e tre,
da buoni amici,
avete agito bene.
Ma la lepre
mi ha commosso."
Ripresa la forma
di Re del Cielo
raccolse dal fuoco
i resti della lepre
e li depose
nel Tempio della Luna.
Questa è la storia
della lepre sulla luna,
tramandata fino ad oggi.
Quando la sento,
la mia veste
si bagna di lacrime.


(dal libro: Poesie di Ryokan. La Vita Felice

La lepre sulla luna- Maestro zen Ryokan, 1758-1831)

domenica 15 novembre 2009

SEQUESTRO EMOTIVO - Un racconto



Un racconto - per rendere l’idea di cosa sia, secondo Goleman, il sequestro emotivo o sequestro dell’amigdala.






Anche se durante le feste il ritmo è frenetico, lei lavorava sempre come una matta per fare di Natale un giorno perfetto: andava comprare regali, li incartava, cucinava dolci e preparava per cena i cibi tradizionali svedesi – polpettine e lefse.



Anche quella volta, dopo essere corsa in giro per tutto il giorno, accese le candele e chiamò la famiglia a tavola, sulla quale fumavano i cibi preparati con cura.

A quel punto tutti si presentarono …. ma in ritardo.


La figlia quindicenne non si era ancora lavata i capelli.

Il figlio non l’aveva sentita chiamare “a cena” perché ascoltava musica in cuffia.

Il marito stava “finendo un lavoretto” al tavolo degli attrezzi.

Quando finalmente arrivarono, i cibi
non fumavano più.


Lei li guardò tutti in silenzio.

La cena era immersa in un’atmosfera tesa, si sentiva solo il rumore dell’argenteria sui piatti di porcellana.

Poi, al momento di aprire i regali,
lei si sedette su una sedia, si mise a leggere il giornale e non disse più una parola per il resto della serata.




I sequestri dell’amigdala si presentano in forme molto diverse, sabotandoci la vita ed il lavoro.

La buona notizia è che, con una maggiore consapevolezza di sé, sembra sia possibile “ricablare” il nostro cervello in funzione di una risposta più efficace agli stress che li innescano.

sabato 14 novembre 2009

Il sequestro dell'amigdala


Il sistema limbico – che è il sistema operativo della mente emozionale – contiene un piccolo ganglio di neuroni, l’amigdala, progettato per reagire rapidamente: un sistema di sicurezza sempre in funzione che ci protegge da eventuali danni.
E’ una parte antica del cervello che ci rende un ottimo servizio da secoli.
Oggi però le sfide sono diverse da quelle che affrontavano i nostri antenati, spesso sono più simboliche che reali.
Sono l’equivalente moderno di “mangia o sarai mangiato” e riguardano spesso i conflitti nell’ambiente di lavoro che sembrano costituire una sfida per la dignità dell’individuo,
per il suo sostentamento o per il suo orgoglio.
Il cervello pensante, la neocorteccia, si è evoluto – a partire dal sistema limbico.
Sembra però che, mentre nel mondo dei computer, il vecchio è rapidamente sorpassato dal nuovo, il nostro cervello antico in realtà sia più veloce del cervello pensante e possa scavalcare i nostri desideri più ragionevoli.
L’amigdala era probabilmente progettata per reagire a TUTTE le sfide – come a questioni di vita o di morte.
Un’ottima cosa, se qualcuno minaccia la nostra incolumità di notte in un parcheggio, ma non un granché utile in un conflitto simbolico con un collaboratore o con un membro della famiglia.
Funziona così: quando il cervello riceve uno stimolo, l’amigdala esamina tutte le precedenti esperienze emotive alla ricerca di un campione a cui rifarsi.
Se riconosce un’esperienza di paura, umiliazione o minaccia, attiva i nostri istinti di sopravvivenza: “rispondi colpo a colpo” oppure “scappa se vuoi salvare la pelle”.

Dato che i circuiti neuronali del sistema limbico sono antichi e tutt’altro che precisi, non sempre riusciamo a distinguere una sfida simbolica da un vero e proprio pericolo fisico:
a volte il sistema segnala un falso allarme.
L’amigdala, sensibilissima, prende per un ladro un suono inconsueto nella notte, mentre può essere soltanto il vento fra i cespugli.
Il cervello pensante può distinguere una sfida reale da una sfida simbolica, ma a volte ci mette troppo tempo a “scaricare” la sua valutazione razionale.
La reazione dell’amigdala, invece, arriva all’istante e scatena un riflesso brusco ed improvviso, una reazione del tipo “combatti o scappa”.
David Goleman nel libro “Intelligenza emotiva” chiama questa reazione “sequestro emotivo” o “sequestro dell’amigdala”.
segue ./..


domenica 1 novembre 2009

Teoria del barattolo di maionese


Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sé, sulla cattedra. Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf. Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Il professore, rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancura una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un si unanime.
Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero!
“Ora”, disse il professore quando la risata finì, “vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza.
“I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.”
“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia”, continuò, “non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.
“Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia”.
Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. “Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita: c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”.
Ripreso da qui

lunedì 19 ottobre 2009

31 Ottobre, Samhain, Halloween, Ognissanti



Tra poco, il 31 ottobre, ci sarà la Notte più Magica dell'Anno, il Cielo e la Terra sono percorsi da energie inimmaginabili, cosmiche.

In ogni parte del mondo, oggi - come al principio dei tempi - gli Iniziati si preparano a festeggiare il Capodanno esoterico.

Samhain è il seme che viene gettato nella terra, il principio di un grande importante viaggio.

Può sembrare strano a qualcuno che l'Anno Magico inizi con l'Inverno alle porte e non con la Primavera. Ma l'evoluzione spirituale dell'Iniziato rispecchia le trasformazioni della Natura: è quindi logico che l'inizio sia il seme che viene gettato nella terra.

In Ottobre si ha infatti l'importante semina dei cereali vernini, che dovranno subire un lungo percorso sotterraneo invernale, prima di prorompere a nuova vita in Primavera.

Il messaggio simbolico della Natura è dunque quello della necessità di scendere nell'inconscio, nel Regno delle Acque Primordiali, nel buio del Caos primitivo, per cercare quella Luce interiore che può vincere ogni tenebra.

Samhain era il Capodanno del mondo Celtico, una grande e solenne Festa, in cui il momento più alto era rappresentato dalla raccolta del vischio che cresceva sulle querce della Selva sacra.

I Druidi, ovvero i sacerdoti-maghi dei Celti, si recavano nella Selva vestiti di bianco, portando con sè un falcetto d'oro, con il quale raccoglievano il vischio che subito avvolgevano in un panno candido.

Il vischio, così raccolto, era più che una pianta sacra, su di esso invocavano tutta la potenza divina della notte di Samhain, affinché il vischio, figlio della folgore - che cresceva sulle querce sacre, senza toccare mai la terra, ne fosse il simbolo e il veicolo tangibile.



Sacro non era il vischio, ma ciò che il vischio rappresentava, in quanto solo se colto in quella particolare notte e con quella particolare cerimonia esso aveva magiche virtù.

Andava reciso con una falce d'oro, simbolo della fusione del Sole (oro) con la Luna (falce) e subito avvolto in un panno bianco, evitando nel modo più assoluto che toccasse la terra.

La pianta del Vischio, che è un emiparassita (affonda le radici nella "altrui scorza" e "non tocca terra") veniva anche detta presso i popoli nordici la "scopa del fulmine", immaginando che tale pianta nascesse quando una folgore colpisse l'albero, ossia fosse una emanazione, una scintilla divina.

La Natura ci mostra che il seme nel buio della terra dà origine ad una nuova vita, mentre il giorno che cede il passo alla lunga notte invernale, ci invita a cercare dentro di noi una Luce più vera, che nn possa mai tramontare.

Ed è grazie alla scintilla divina che gli eterni opposti, conscio ed inconscio, ragione e intuizione, parte solare e parte lunare, Aquila e Serpente, si fondono.




lunedì 5 ottobre 2009

Indian Summer



Nella Medicina Tradizionale Cinese si dice che all’estate, stagione di grande espansione dell’energia, del sole forte e della gioia, segua la stagione del richiamo, del rientro dell’energia: la stagione di mezzo,la quinta stagione (indian summer, in Nord America).

Si dice anche che, per l’uomo, questo è il momento più critico dell’anno; ricondurre i soffi verso l’interno e verso il centro richiede
impegno e azione, richiede volontà: più naturale é, per l’uomo comune, muoversi e allargarsi, lasciarsi incantare e disperdersi
in ogni direzione.


“ I pensieri si attardano sui ricordi e, dolcemente, complice la natura, mi avvio all’interno, nel regno del mezzo e dell’azione, (medit-azione), ritrovando l’incommensurabile piacere della calma, del silenzio in quel Centro che è l’unico luogo dove non devo fare nessun sforzo per esistere, dove semplicemente sono - Uno.”


(Da Blù Jarma)

venerdì 2 ottobre 2009

Ottobre e Frida

E' iniziato il mese di ottobre, dolcemente.
Frugo ancora nei giardini, passeggiando con Frida nel tardo pomeriggio, lei alla ricerca di gatti, io di fiori o di foglie cadute.



Ottobre, è l'ottavo mese dell'antico anno romano.

Dagli slavi veniva chiamato "Mese Giallo" per il colore delle foglie appassite.

Presso gli Anglosassoni era noto come "Winter fylleth" perché si pensava che in questo mese (fylleth) incominciasse l'inverno.





Detti popolari:

"Se in ottobre il tuo campo vangherai
ricchezza dal terreno acquisterai"

"Un buon ottobre ed un buon vento,
crescon le ghiande, e il maiale è contento."


Fino ad ieri sera siamo riusciti a guardare Anno Zero.

martedì 22 settembre 2009

Equinozio d'autunno


Per quanto riguarda l'inizio dell'autunno, metto semplicemente il link ad un mio post dell'anno scorso, perché in questi giorni mi è arrivata la cagnolina che aspettavo, una meticcia con chiare impronte di setter inglese.
Ha già quasi un anno, quindi dobbiamo passare un bel po' di tempo insieme per addestrar"ci" ...

Viene da un canile di Roma gestito da persone eccezionali (è una conoscenza virtuale attraverso telefono e mail).
Là veniva chiamata Soraya, ma non me l'hanno detto volutamente, affinché fossi libera di scegliere.

Nel frattempo infatti d'accordo con mia figlia, noi l'abbiamo chiamata Frida.

Ma dopo un'ora che era qui a casa, sapendo come veniva chiamata, ho capito anche perché: ha occhi splendidi, credo che la vera Soraya li avessi tali e quali, anche se di lei so che era la moglie ripudiata di uno scià di Persia, e di certo non ricordo come fosse, eppure ho questa certezza.

Appena potrò verrò a pubblicare le foto di Frida e ad aggiornare questa nuova amicizia che mai cancellerà comunque il ricordo della mia amica Kitty.

Per un po' quindi, se mi pensate, pensatemi con questa dolce e paurosa cagnolina.

Ecco il link che riguarda l'Equinozio: estateincantata.blogspot.com/2008/11/equinozio-dautunno.html

venerdì 18 settembre 2009

Lo shock di Videocracy e il “fascismo estetico”


Erik Gandini (Bergamo 1967) ha realizzato un documentario sul potere in Italia, partendo dal fatto che nel nostro Paese – contrariamente a quanto avviene in consolidate democrazie – il potere politico e quello mediatico coincidono nella persona del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il titolo del documentario (presentato alla Mostra del Cinema di Venezia) è, significativamente, Videocracy (neologismo dal significato facilmente intuibile).

Che cos'è il "fascismo estetico"?


Le sequenze iniziali e finali di "Videocracy" lo illustrano pefettamente.
Il fascismo estetico è quella lotta per la salvezza sociale che impegna ogni componente dei ceti popolari, nella più assoluta solitudine, sul terreno della propria immagine.

Nell'epoca della fine della mobilità sociale e del lento disfacimento della classe media, il nemico di classe non esiste più, come non esistono più alleati nella lotta per il miglioramento delle condizioni di vita.

Vi è un'unica fede, quella della trasformazione individuale. Non una religiosa rivoluzione interiore, ma una laica e materialista metamorfosi della propria immagine.

Il giovane operaio bresciano che è intollerante nei confronti del proprio lavoro, che si rifiuta ostinatamente ad un destino di tornitore a vita, ha di fronte a sé un'unica via di salvezza che, tragicamente, è in realtà la sua maledizione.

Egli vive da anni nella costruzione di un personaggio televisivo attraverso una dura disciplina fisica, che lo rende straordinariamente atletico e prestante. Ha ininterrottamente lavorato sulla propria immagine, ossia sul proprio corpo, sulla gestualità, sugli abiti.

Continua qui

Il brano che ho parzialmente postato è stato scritto da Andrea Inglese, su nazioneindiana.com.


Riporto anche
questo Articolo di , pubblicato venerdì 28 agosto 2009 in Svezia.

"Che cosa succede nell’opinione pubblica del regno di Silvio Berlusconi, dove il primo ministro controlla l’intera televisione? Erik Gandini ritrae questo incubo sorridente ed amorale che esce dallo schermo.
Erik Gandini si è finalmente deciso ad affrontare l’Italia, la sua misteriosa patria il cui presidente del consiglio Silvio Berlusconi si è procurato l’immunità giudiziaria, ha messo i rom in posti simili a campi di concentramento e sempre con il sorriso sulle labbra si è divincolato tra tutti gli scandali grandi e piccoli, all’apparenza con il tacito consenso della maggioranza degli italiani.
Di tempo ce n’è voluto ed è senz’altro stato difficile da portare a termine, ma il suo film “Videocracy” (più o meno ‘governo dello schermo’) ha meritato in pieno quest’attesa.
In Italia, più dell’80% delle persone si informano esclusivamente attraverso la televisione. La televisione è di proprietà del primo ministro Silvio Berlusconi con il suo prosperante impero mediatico Mediaset, oppure è da lui dominata attraverso il suo partito Forza Italia. Il partito di governo italiano esercita sulla radio e sulla televisione pubblica RAI un’influenza ben più grande di quanto sarebbe possibile in Svezia.
Ma Erik Gandini non si sofferma quasi mai su questi dettagli e presenta invece, attraverso un linguaggio visuale, brillante e carico di emotività, qualcosa di ben più difficile da cogliere: le conseguenze e la psicologia di ciò che definisce una “rivoluzione culturale”. Una rivoluzione in cui sono soprattutto le donne ad essere sfruttate e misteriosamente accettano di farsi sfruttare, mentre l’Italia scivola sempre più in basso nella classifica delle pari opportunità.
Gandini passa da inquietanti vie secondarie per entrare in un incubo sorridente ed amorale in cui la parola scritta, l’argomentazione fondata e le realtà sociali non hanno in pratica più alcun significato politico. La strada del successo, che qui è il senso stesso della vita, passa attraverso gli show e i quiz delle televisioni di Berlusconi. Come è stato detto persino in dibattiti svedesi sull’Italia quando si sono discusse le critiche a Berlusconi: che cosa c’è di sbagliato a divertirsi un po’?
Un giovanotto si allena nella lotta libera e nei movimenti alla Ricky Martin, partecipa a concorsi per talenti e sogna il successo spronato dalla mamma. Delle ragazzine puntano a diventare “velina”: ballerine per 30 secondi, “seni abbondanti e perizoma” per mantenere gli spettatori incollati. Una corpulenta donna di mezza età fa uno strip davanti a cacciatori di talenti. Sono i sognatori più commoventi ed innocenti di Gandini, e si trovano in fondo alla catena alimentare in cui il potere e i media vivono in simbiosi.
L’innocenza va svanendo man mano che Erik Gandini sale in questa catena. Ritrae da vicino lo sgradevole Fabrizio Corona, paparazzo, ricattatore e nihilista da varietà che con successo ha portato l’essenza cinica dell’estetica berlusconiana un passo più avanti. Il famoso agente televisivo Lele Mora, buon amico di Berlusconi e suo
vicino in Costa Smeralda, il paradiso sardo del jet-set, riceve gli ospiti nella sua “casa bianca” e sorridendo passa il suo cellulare da cui svolazza come suoneria “La giovinezza”, canzone di battaglia dei fascisti, tra immagini di simboli del partito, svastiche e Mussolini: ”Bello, eh?”
Un’altra vicina in Sardegna è diventata fotografa di corte del primo ministro e racconta volentieri quali foto sono state approvate e qual’è la sua preferita: quella famosa di Berlusconi con una giovanile bandana.
“Il Presidente”, come Berlusconi chiama sé stesso, appare solo sorridente – e che sorriso! – in contesti ufficiali: sulla tribuna d’onore ad una parata militare, in testa ad una manifestazione di Forza Italia, mentre riceve la cittadinanza onoraria di Olbia, in Sardegna.
“Videocracy” funziona in modo eccellente come misurazione di trent’anni di cambiamento della situazione mentale e politica italiana, soprattutto insieme a “Il divo” di Sorrentino. O come Gandini ha descritto il suo obiettivo: non tanto osservare la banalità del male, quanto la malvagità del banale. Forse non è nemmeno così lontano da noi come ci piace credere."
Articolo originale


martedì 15 settembre 2009

Citazione


Le macchine che danno l'abbondanza ci hanno lasciati nel bisogno,
la nostra sapienza ci ha reso cinici,
l'intelligenza duri e spietati.
Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco.
Più che di macchine, l'uomo ha bisogno di umanità.
Più che di intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e bontà.
Senza queste doti, la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.
(Charlie Chaplin)

L'immagine riprodotta è di Nanà.

venerdì 11 settembre 2009

Corpo a corpo


"Eccola mia madre, al centro della vasta cattedrale che era l'infanzia: era là fino all'inizio..."
(Virginia Woolf)

Il pensiero sulla madre, mi è venuto leggendo il blog di Rosy, il resto è preso un po' a caso dal libro di Gabriella Buzzatti e Anna Salvo - "Corpo a corpo" - edito da Laterza.

"Il rapporto con mia madre è stato una delle grandi risorse della mia vita. Io l'amavo profondamente, ammiravo la sua bellezza, il suo intelletto, il suo profondo desiderio di conoscenza: senza dubbio con quel tanto di invidia che esiste in ogni figlia."

Così scrive, in un tentativo di autobiografia mai pubblicato cui lavorò attorno ai settant'anni, Melanie Klein.

La madre è, nell'insegnamento di Melanie Klein, il luogo interno in cui si combatte uno scontro fondativo ed atroce fra ciò che è "buono" e ciò che è "cattivo": figura quindi di maestosa ed insanabile ambivalenza, scenario di una "guerra" fra parti interne in cui risulta inimmaginabile ogni operazione di intolleranza o di pacificazione.

Libussa, la madre tanto amata, ammirata ed in qualche modo invidiata, rappresentò, finché restò in vita, una sorta di ordinatore della vita di Melanie Klein. Per ottenere tutto il suo amore, Melanie si contrappose, nonostante se stessa, al fratello Emanuel morto a venticinque anni, nel 1902. Quest'ultimo, a causa della tubercolosi, visse i suoi ultimi anni lontano dal nucleo familiare, legato a Melanie ed alla madre da un continuo scambio di lettere.

Il grande attaccamento che univa i due fratelli era mal sopportato dalla madre: non è difficile rintracciare in questo scenario familiare la coesistenza di sentimenti di scontro doloroso tra persone che si amano e si odiano.

Colpa, amore indicibile, desiderio di privilegio, lutto e senso di trionfo connotano la relazione dei figli con l madre e dei figli tra loro e comunque quella di Libussa, Emanuel e Melanie.
..... Il lavoro teorico della Klein potrebbe essere tutto cercato nella domanda 'ingenua' "Chi è la madre?", o meglio: "chi è la madre per la figlia femmina?"

Il rapporto madre-figlia è rimasto a lungo per la psicoanalisi un nodo irrisolto, eppure, ogni donna si è trovata prima o poi nel corso della vita di fronte al "materno", nella duplice accezione di "avere una madre" e di poter "essere madre".

mercoledì 9 settembre 2009

Nel silenzio di lantana


Nel silenzio di lantana
E di calle
Nell'umore secco del vento
Negli arpeggi del merlo
S'aprono zone di solitudine
Che eludono lo spazio
Cancellano gli sguardi

Nelle ore socchiuse
Il soffio sullo schermo
Di una trama muta
Dialogo nascosto
Nel profondo
Bugie infuocate
Che scavano la carne

Bocca che cerca il bacio
E mano la carezza
Pare la vita
Ma è il perno dell'ombra
Sulla luce
Dopo tanta speranza

(Da "Nel silenzio di lantana" di Daniela Muti - Edizioni Lieto Colle)

domenica 6 settembre 2009

Settembre e ...



Dopo un piccolo incidente ad un legamento della mia spalla destra che mi ha impedito di usare il computer in questi giorni, comincio a stare meglio e ... mi ritrovo in settembre.
Proprio stanotte, attenta a non dormire sulla spalla incriminata, sentivo fucilate continue ed ero convinta di vivere un incubo.
Ma no, è solamente iniziata la caccia: non so, conosco laureati in ecologia che sono favorevoli ad una caccia consapevole e bla bla bla.
A me, anche in pieno sonno, dà dolore.

Comunque il primo giorno di settembre qui è stato splendente, il caldo sta diminuendo a rotta di collo.

Settembre era il settimo mese del calendario romano, il nono invece in quello anglosassone dove veniva chiamato anche "Mese dell'Orzo"

Proverbi di settembre:

"Se il tempo è buono il 1° di settembre, sarà buono per tutto il mese".

"Pianta gli alberi a S. Michele e comanda loro di crescere;
pianta gli alberi per la Candelora e dovrai pregarli perché crescano."

"Il vento settembrino spira dolcemente sinché la frutta non è nel solaio."

lunedì 24 agosto 2009

Che sia l'estate la felicità?


Attendere
sulla soglia del tempo
la magica parola
che apre orizzonti perduti
e ritrovare tra le spighe
il sentiero
degli incontri segreti
tra occhi azzurri di fiordalisi
e rosse bocche di papaveri;
masticare i lunghi steli
fino a raggiungere
quel bacio
a lungo sognato
e addormentarsi
cullati dal frinire dei grilli
sotto il palpitare
delle lucciole
e il bagliore delle stelle...
Che sia l'estate la felicità?

(Maria Luigia Ronco Valenti)

Il digiuno di Don Albino


Chiedo a tutti i miei amici di andare sul blog di Giordan


El ciodo



per leggere la "Pubblicazione integrale della lettera scritta da Don Albino Bazzotto a tutti i Vicentini, gli italiani e a tutte le persone di pace del mondo".






La foto rappresenta una roulotte all'incrocio tra Viale del Verme e Viale Ferrarin, a Vicenza, a partire da mercoledì 19 agosto.






sabato 22 agosto 2009

Il manifesto del contadino impazzito


Amate il guadagno facile, l'aumento annuale di stipendio, le ferie pagate. Desiderate sempre più case prefabbricate.

Abbiate paura di conoscere i vostri vicini, e di morire, e avrete una finestra nel pensiero.

Nemmeno il vostro fututo sarà più un mistero, la vostra mente sarà perforata in una scheda e messa via in un cassetto.

Quando vi vorranno far comprare qualcosa vi chiameranno.
Quando vi vorranno far morire per il profitto ve lo faranno sapere.

Ma tu amico, ogni giorno, fà qualcosa che non possa entrare nei calcoli. Ama il Creatore, ama la Terra. Lavora gratuitamente.

Conta su quello che hai e sii povero, ama qualcuno anche se non lo merita.
Non ti fidare del governo, di nessun governo. E abbraccia gli esseri umani. Nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.

Approva nella natura ciò che non capisci, e loda questa ignoranza, perché ciò che l'uomo non ha razionalizzato, non ha distrutto.

Fai le domande che non hanno risposta. Investi nel millennio. Pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai piantato e che non vivrai per raccogliere.

Afferma che le foglie quando si decompongono diventano fertilità. Chiama questo "profitto".

Una profezia così si avvera sempre.

Poni la tua fiducia nei 5 cm. di humus che si formeranno sotto gli albero ogni mille anni.
Stai a sentire come si decompongono i cadaveri: metti l'orecchio vicino e ascolta i bisbigli delle canzoni a venire. Aspettati la fine del mondo.

Sorridi, il sorriso è incalcolabile, sii pieno di gioia. Finché la donna non ha abbastanza potere, sostieni la donna più che l'uomo. Domandati: questo potrà dare gioia alla donna che è contenta di aspettare un bambino? Quest'altro disturberà il sonno della donna vicina a partorire?

Vai col tuo amore nei campi.
Stendetevi tranquilli all'ombra, posa il capo sul suo grembo ... e vota fedeltà alle cose più vicine alla tua mente.

Appena vedi che i generali e i politicanti riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero, abbandonalo.

Lascialo come segnale per indicare la falsa traccia, la via che non hai preso.
Sii come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario, alcune nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione.

(Wendell Berry)

giovedì 20 agosto 2009

Grazie


Ringrazio di cuore tutti gli amici che mi hanno lasciato messaggi o scritto mail.

Giuro che risponderò appena mi sarò ... ripresa.

Le mie non sono state Vacanze romane, forse dovrei chiamarle "Vacanze dal Blog"

A presto e un carissimo saluto a tutti.

mercoledì 15 luglio 2009

Berceuse



Cantami la tua soave ninna-nanna!
Da quando mi abbandonò la giovinezza
ho tanto desiderato udirne il canto.
Ritorna a me dolce melodia,
soltanto tu puoi ancora affascinare
il cuore inquieto nelle lunghe notti.
Posami sui capelli la mano tua sottile,
sogniamo insieme della nostra patria
della gloria di un tempo e della gioia.
Come una stella che vaga solitaria
risplenderà il canto tuo di fiaba
all'orlo delle mie notti malinconiche.
E incorona la mia fronte con ghirlanda
di rose! Il suo profumo sogna
la patria, ottenebrato dal dolore.
Io sono ormai esausto e vacillante
fiaccato ed ammorbato di nostalgia
e non potrò mai più tornare a casa.
(Hermann Hesse)

Con questa poesia, saluto tutti gli amici per qualche giorno.
Ho voglia anch'io di ninna nanna: sotto le stelle forse, ..... sarebbe "un sogno".
A rileggerci e buone vacanze a tutti

martedì 14 luglio 2009

Contro il ddl Alfano



"Non v'è illusione maggiore dell'opinione che la lingua sia uno strumento di comunicazione fra gli uomini" scriveva Elias Canetti.


Certo che con il bavaglio ci saranno meno incomprensioni........

domenica 12 luglio 2009

Tamburi e uomini


"Se un uomo non marcia al passo dei suoi compagni, magari è perché ode un tamburo diverso; lasciatelo marciare al suono della musica che sente, non importa né quanto lontana essa sia, né quale ne sia la cadenza."



(Henry David Thoreau)

venerdì 10 luglio 2009

Che cos'è un'estate?


Prendiamo la tartaruga. Magari siete un po' preoccupati, il mondo vi ha reso infelici, state pensando di togliervi la vita e tutto sembra andare in rovina;
eppure la natura è progredita con grande serenità e continuità al passo della tartaruga.

La giovane tartaruga passa l'infanzia nel suo guscio. Fa esperienza e, attraverso quel muro, impara a conoscere il mondo.

Mentre lei riposa indolente sull'orlo della tana, piani avventati e fallimentari, vengono architettati dagli uomini.

Gli imperi francesi cadono e risorgono, ma la tartaruga è cambiata di poco.

Che cos'è un'estate? Il tempo che ci mette un uovo a schiudersi.

E così si è evoluta la tartaruga, concepita per durare, infatti supera venti dinastie francesi.
Un solo esemplare conosce molti Napoleoni.

Non hanno preoccupazioni, né affanni, eppure questo mondo non è tanto fatto per loro tanto quanto è stato fatto per noi?.


(Henry David Thoreau - Diari, 28 agosto 1856)

mercoledì 8 luglio 2009

Sensazione


Nelle azzurre sere d'estate, me ne andrò per i sentieri,
punto dalle spighe, calpestando l'erba tenera:
sognando, ne sentirò ai miei piedi la freschezza.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.

Non parlerò, non penserò a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro,
attraverso la Natura, felice come con una donna.

Marzo 1870

(Arthur Rimbaud)

lunedì 6 luglio 2009

Le figlie di Hannah


"Le colpe dei padri ricadono sui figli fino alla terza ed alla quarta generazione.

Lo abbiamo imparato a scuola, quando la lettura della Bibbia figurava ancora nei programmi di insegnamento.

Ricordo che ci pareva un'idea spaventosamente ingiusta, primitiva e ridicola.

Dopotutto eravamo la prima generazione che veniva educata ad essere "indipendente", in grado di prendere in mano il proprio destino.

Poi, a poco a poco, col consolidarsi delle conoscenze sull'importanza dell'eredità sociale e psicologica, quelle parole della Bibbia hanno trovato conferma. Abbiamo ereditato modelli, comportamenti e modi di reagire più di quanto non fossimo disposti ad ammettere allora.

Non è stato facile rendersene conto e accettarlo, molto è stato 'dimenticato', svanendo nelle profondità dell'inconscio quando i nostri nonni abbandonarono le fattorie e le valli dove intere famiglie avevano vissute per generazioni.

La Bibbia non fa menzione della condotta delle madri, sebbene essa abbia probabilmente una importanza maggiore di quella dei padri.

Modelli ancestrali passano dalle madri alle figlie, che, a loro volta, mettono al mondo figlie, che a loro volta ...

Forse risiede qui una spiegazione del fatto che per le donne è tanto difficile battersi per i propri diritti e avvalersi di quelle opportunità che la società dell'uguaglianza offre loro"

(Marianne Fredriksson - Le figlie di Hannah - Longanesi & C.)

sabato 4 luglio 2009

Luna d'oro

La quinta lunazione, che si svolge tra giugno e luglio, è considerata la più importante in assoluto, poiché durante il suo corso avviene la mietitura e la raccolta dei cereali più importanti.

Nell'antico Giappone, questa lunazione veniva chiamata della "Luna d'oro" a causa della dominanza del colore giallo della vegetazione, causato dall'arsura estiva, ma anche per l'abbondanza delle messi che in questo periodo raggiungono il culmine della stagione.

I giorni compresi tra la luna nuova e il primo quarto sono i più favorevoli per raccogliere, mietere ed estirpare le erbacce.

Ma in generale è un momento favorevole per tutti i lavori, almeno fino alla luna piena, quando - a causa dell'influenza della luna sui flussi linfatici, è consigliabile operare con precauzione, soprattutto sulle piante da fiore.

(Da Lifegate)

giovedì 2 luglio 2009

Pacchetto sicurezza

Di solito, volutamente, non scrivo niente sulla politica che sta inginocchiando il nostro paese, ma ora il silenzio diventa complicità.

Il pacchetto sicurezza diventa legge
Sì alle ronde, la clandestinità è reato

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/ddl-sicurezza-7/terza-fiducia/terza-fiducia.html?rss

Da "Fiume di cristallo"


Il significato della vita non può essere espresso a parole.

E' qualcosa che si sente in certi momenti: quando siamo vicini ad una persona cara, o ad un albero che ci incanta con la sua bellezza, o quando si è in completa comunione con se stessi e la natura.

Il significato della vita è un'esperienza, non un concetto e non la si può fermare nel tempo ...

Facciamo tesoro di ogni alba, di ogni goccia di pioggia che sfiora la pelle, della sensazione della sabbia...

Lasciamoci commuovere dalle lacrime di un bambino, Non esitiamo ad aiutare qualcuno finché siamo in tempo.

Perché il tempo non dovrebbe essere misurato in ore, minuti e secondi, ma in base ai momenti in cui ci sentiamo davvero vivi.

Tentiamo di concederci sempre il tempo per rimanere in contatto con la Natura, perché la Natura non è governata da leggi umane. E' Natura e basta.

(Estrapolato da Fiume di Cristallo di Sergio Bambarén)

mercoledì 1 luglio 2009

Il settimo mese: Luglio


Finito giugno, come sempre un mese un po' bizzarro con sbalzi di temperatura anche forti, arriva Luglio che, in origine, era il quinto mese del calendario romano ed era infatti chiamato Quintilis.
Il nome di Luglio fu dato successivamente, per onorare Giulio Cesare, nato in questo mese.

Gli Anglosassoni chiamarono Luglio "Moed-monad" o anche " Mead-month", dal nome dei prati che in questo mese sono in fiore - e "Aftera Lida", "il secondo mese caldo".
(Giugno veniva chiamato "il primo mese caldo").




"Per me il grido dei colombi,
l'amabile riso del grano sfiorato dal vento,
il dolce pendio del pascolo sulla collina,
l'erboso ruscello dove si ritrovano gli armamenti,
e guardano e si abbeverano a sazietà."
(Jean Ingelow)

lunedì 29 giugno 2009

Devo paragonarti a una giornata estiva?

Devo paragonarti ad una giornata estiva?
Tu sei più incantevole e mite.
Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di maggio.
e il corso dell'estate è fin troppo breve.
Talvolta troppo caldo splende l'occhio del cielo
e spesso il suo aureo volto è offuscato,
e ogni bellezza col tempo perde il suo fulgore,
sciupata dal caso o dal corso mutevole della natura.
Ma la tua eterna estate non sfiorirà,
né perderai possesso della tua bellezza;
né morte si vanterà di coprirti con la sua ombra,
poiché tu cresci nel tempo in versi eterni.
Finché uomini respirano e occhi vedono,
vivranno questi miei versi, e daranno vita a te.

(Sonetto 18 - William Shakespeare)

mercoledì 24 giugno 2009

Nonostante il cappello



Da ieri mi ritrovo, semi-influenzata.
Qua è tornato freddo, il cappello non ha funzionato e per alcuni giorni non credo che verrò sul blog.
Quindi a tutti: A ri-leggerci!

lunedì 22 giugno 2009

Immaginare e ...


Per la maggior parte della gente, immaginazione equivale a irrealtà.
Eppure l'immaginazione è il potere della mente di creare immagini e operare con esse.

E' questa abilità che ci apre ad altri regni, ci aiuta a scoprire conoscenze perdute, spalancandoci visioni più alte.

C'è stato un tempo in cui l'umanità si riconosceva parte della natura e viceversa.

Sogno e veglia erano inseparabili: il naturale e il soprannaturale si fondevano e si mescolavano fra loro. La gente usava immagini della Natura per esprimere questa unità e per comunicare.

In passato sciamani, sacerdoti o sacerdotesse erano i custodi della sacra conoscenza di vita.

Ed erano legati ai ritmi delle forze della natura, capaci di camminare sul filo che lega il mondo visibile e quello invisibile.

Aiutavano la gente a ricordare che tutti gli alberi sono divini e che gli animali parlano a chi vuole ascoltarli.

Addirittura i primi sacerdoti - nella cultura sciamanica - adottavano l'aspetto esteriore degli animali, indossandone la pelle e coprendosi con maschere per simboleggiare il risveglio e l'assunzione di energie specifiche.

Eseguivano rituali in accordo con i ritmi naturali delle stagioni per risvegliare la vita e una maggiore fertilità: ogni specie ed ogni aspetto dell'ambiente aveva il potere di ricordare loro ciò che potevano manifestare nella propria vita.

La Natura si faceva ponte per arrivare al soprannaturale.

Apparentemente, tutto questo sembra sciocco alle nostre menti razionali: questa nostra società "moderna" si assopisce lentamente, ma sempre più inesorabilmente davanti ad un televisore, ha bisogno di rumori perché non riesce più a sopportare il silenzio: deve comprare, consumare ... alla ricerca di qualcosa che c'è già.

Un qualcosa che non griffato, ma è unico: alba, tramonto, pioggia, sole, neve, notte ci arrivano come un grande dono e non dobbiamo usare il telecomando. Ma è forse questo il punto?

Stiamo distruggendo un pianeta, il nostro - con la nostra fretta, la nostra disattenzione, intenti a cadere nelle trappole di quello che crediamo "informazione" e che tale proprio non è.

E' solo una trappola, così come l'angoscia che proviamo tutti davanti al terrorismo informatico.

Osservare il mondo anche da altre angolazioni, quelle delle fantasia, quello che ci offre la natura, un piccolo fiore, un sasso, una cincia con i suoi colori ... fa bene a noi ed ai nostri figli.

domenica 21 giugno 2009

Diana, il Potere della Luna




La Luna prende dunque il posto del sole e il suo culmine è proprio nel solstizio d'estate, sotto il segno del Cancro, domicilio lunare, in cui il Sole inizia a perdere potenza, perché il giorno d'ora in poi sarà sempre più corto e la notte più lunga.

Ma, nel giorno di San Giovanni, alle Acque si associano i Fuochi. Perché il dominio della Luna non è definitivo.
In certe immagine antiche, si vede Latona con i suoi due figli, Diana-Artemide e Apollo, la Luna e il Sole.

Diana e Apollo, appena nati, daranno origine rispettivamente all'Albero dei Fiori d'Argento e all'Albero dei Fiori d'Oro.

Narra il mito che Latona, sul punto di partorire, non trovasse alcuna terra disposta ad ospitarla, in quanto Era, gelosa (Zeus era infatti il padre di Apollo e Diana) proibì ad ogni terra si ospitarla. Alla fine fu Delo che la accolse (a quei tempi Delo era ancora un'isola errante).
In segno di ricompensa, l'isola fu fissata con quattro pilastri al fondo del mare.



Sul monte che sovrasta la miniera
Finalmente è sbocciato il Fiore d'Oro;
Sovrana ora tu sei della tua fiera
E la Luna compensa il tuo lavoro.

(Zoroaster, 1236)

venerdì 19 giugno 2009

Il Fiore magico



Prosegue dal post precedente.

Chi ha la fortuna di assistere a questa fioritura miracolosa, narra ancora la leggenda, può vedere la foresta illuminata a giorno, anche nelle parti più nascoste. (Il che equivale a far luce sulle proprie parti nascoste, inconsce) e può inoltre conoscere cosa stia succedendo e cosa succederà in ogni parte del mondo, cioé - come per il Fiore d'Oro del Tao, si spezzano i confini spazio-temporali (I Solstizi erano infatti "porte" per il mondo degli immortali).

Altre tradizioni collegano questo Fiore miracoloso o i suoi semi a "doni" più materiali, come tesori nascosti, oro, fortuna ...

In ogni leggenda, in ogni tradizione è sepolto un granello di profonda saggezza, un simbolismo che parla in modo diverso alle persone, ma che mantiene intatta ed aumenta la potenza dell'evento.

Il Giorno di Mezza Estate è una delle Feste con più larga diffusione e di antichissima tradizione che è giunta fino a noi.

Numerose sono le usanze, legate sia alla rugiada che ai fuochi, ma anche alla magia del giorno che permette facili divinazioni, o ancora alle leggende delle streghe che, nella vigilia di San Giovanni, volerebbero al raduno annuale sotto il Grande Noce.

Altri piccoli rituali vedono tuttora impiegate le erbe solstiziali, tra cui in primo luogo l'iperico (Erba di San Giovanni, Ipericum perforatum) che colto in questa notte assumeva proprietà apotropaiche, meritandosi il nome di "schiacciadiavoli".

A Pamplona (Spagna) fin dal 1500 si usa raccogliere erbe aromatiche da bruciare nei quadrivi per scongiurare le folgori, i tuoni e le tempeste.

In Irlanda sopravvive la tradizione celtica di far passare il bestiame tra grossi fuochi e si gettano le ceneri di questi fuochi nei campi per un abbondante raccolto.

La Festa del Solstizio d'Estate è nota anche fra i Berberi dell'Africa settentrionale che, nella loro Festa del 24 giygno - detta 'ansara', accendono fuochi con densi fumi per propiziare il raccolto dei campi e in cui fanno passare anche i malati per guarirli e gli oggetti più cari per preservarli.

Molto ricca di significati simbolici è un'usanza della zona di Kunz (Germania) in cui una ruota di paglia infuocata costruita su un colle con il contributo di tutta la popolazione, viene fatta rotolare fino a valle, con l'intento di spegnerla nelle acque della Mosella. Se la ruota riesce a giungere nelle acque ancora ardente, si traggono positivi presagi, sfavorevoli se l'impresa fallisce.

Le usanze e i piccoli rituali sono innumerevoli, così come innumerevoli sono le erbe associate a questa Notte, tra cui i chiodi di garofano, le spighette di lavanda, la verbena, l'artemisia, il lauro, il rosmarino, il ginepro, l'agnosto, ciascuna con le proprie virtù, diverse a seconda delle tradizioni locali, fino alla 'noce', ancora verde, che - colta in questa notte darebbe un nocino dalle virtù taumaturgiche.

giovedì 18 giugno 2009

Solstizio d'estate

Fin dai tempi più antichi i solstizi erano considerati "porte" per accedere al mondo divino; su di esse vegliava Giano, il dio Bifronte, che aveva vicino al Foro Romano un tempio e una fonte gelida che, si narra, divenne infuocata per impedire ai Sabini di entrare in Roma (Ovidio, Metamorfosi).

Acque e Fuochi rigeneratori e purificatori, erbe dalle magiche virtù, riti, usanze, tradizioni millenarie si accompagnano al giorno del solstizio d'estate.

E' la Festa di Mezz'Estate, uno dei giorni più esoterici dell'Anno. Di essa si ha traccia in ogni popolo e in ogni cultura.

Seconda solo ad Hallowen come notorietà popolare, ne hanno parlato poeti e scrittori (Si pensi al "Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare); in ogni calendario una Festività importante è sempre ricorsa il 24 giugno, affinché il simbolismo del Solstizio d'Estate fosse tramandato e celebrato.

Il 24 giugno è il giorno dedicato a Giovanni Battista: acque, rugiada miracolosa e falò sono l'aspetto esterno di questo altissimo evento esoterico.

Dal punto di vista astrologico, la situazione è opposta rispetto al Solstizio d'Inverno: siamo al passaggio tra il domicilio della Luna (Cancro) e quella del Sole (Leone).

I Filosofi mostravano questo evento con due Alberi, uno dai preziosi Frutti d'Argento e uno ancora più prezioso dai Frutti d'Oro.

Siamo entrati cioè in quel giardino sorvegliato, vincendo il Serpente che sbarrava la strada, abbiamo ben coltivato il nostro spirito ed ora siamo in procinto di cogliere i Frutti più preziosi che uomo possa mai immaginare.

Questo simbolismo descrive un processo interiore, una maturazione che avviene dentro di noi.

La tradizione vuole che il Fiore, detto di San Giovanni, sia un fiore candido e luminoso, capace di diffondere una" luce intensa" che avvolge tutto ciò che lo circonda e che dona poteri occulti e grandi conoscenze a colui che ha la buona sorte di vederlo sbocciare.

Per vedere il Fiore, secondo la leggenda, il novizio deve recarsi in un bosco prima della mezzanotte, sedersi presso una felce, tracciare un cerchio attorno a sé ed alla felce e quindi mettersi in paziente attesa, senza distrarsi e senza prestare ascolto a chi vuole distoglierlo dal proprio intento.

Il Fiore sboccia all'improvviso e il suo splendore dura un solo istante e bisogna essere pronti o l'occasione è persa fino al prossimo anno.

Ovviamente si tratta di un'allegoria, la Felce non fa fiori (appartiene alle crittogame e si riproduce per spore), ma la Felce è una pianta primitiva che sta ad indicare come la conoscenza vada cercata risalendo alle radici del tempo.

Il Fiore, già di per sé simbolo della fugacità delle cose, è descritto ancora più evanescente, basta un attimo di distrazione, per non cogliere il momento "magico".

Continua....

mercoledì 17 giugno 2009

Giuseppe Fanciulli

Giuseppe Fanciulli (1881 - 1951) fu non solo un poeta ed un pedagogista, ma anche autore di libri per ragazzi.

Ne ho scoperto uno che è - per me - molto dolce e poetico, si intitola Lisa-Betta.

Propongo qui alcune frasi che mi hanno colpito in particolare:

"Tutto il cielo è popolato di stelle. Sono le stelle piccolissime e immense. Sono punti di un ricamo luminoso che scintillano su un velluto cupo, che tramano su un velo diafano, che impallidiscono su una seta cilestrina. Sono lucciole erranti per prati infinitamente vasti, con un palpito continuo, mai stanco. " (Incipit)

Scrivendo del vento:

"Arrivò di colpo dietro la siepe e la passò con un salto: nessuno l'aveva mai visto venire, nessuno lo vedeva, ed era da per tutto. Era più basso sull'erba, che si piegava e si alzava in strisce di un verde pallido quasi cinerino; più giù ancora nella conca bruna dello stagno, che si apriva e si allargava. Era in alto, lungo i lini bianchi, appena lavati e messi sulla fune; più in alto ancora, tra i ciuffi degli alberi, tremanti in ogni foglia." (pag. 18)


"Gli abeti nel dolce tepore trasudano resina; e si diffonde la fragranza di quel respiro, lontano: sola di nuovo canta la fonte, nell'infinita pace meridiana." (pag. 37)


"Il fiume guarda lontano, e già vede la fine del lungo viaggio; una striscia azzurra chiude la via, la rompe per sempre: il mare, il mare! (pag. 47)

(Giuseppe Fanciulli "Lisa-Betta" S.E.I. Torino)

Questo romanzo per ragazzi ottenne il Premio Viareggio 1932 (grande mefaglia d'oro del Ministero dell'educazione nazionale), S.E.I., Torino, 1932.

Una poesia di Giuseppe Fanciulli è Il giardino del bosco

domenica 14 giugno 2009

Il viandante

Un uomo, il suo cavallo e il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante.

Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali.
A volte i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione.
Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati ed assetati.

Ad una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva ad una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale sgorgava dell'acqua cristallina.

Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata.

"Che luogo è mai questo, tanto bello?"

"E' il cielo" rispose il guardiano.

"Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete" disse il viandante.

"Puoi entrare e bere a volontà" Il guardiano indicò la fontana.

"Anche il mio cavallo e il mio cane hanno sete".

"Mi dispiace molto, disse il guardiano, ma qui non è permessa l'entrata agli animali".

L'uomo fu molto deluso, la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo. Ringraziò il guardiano e proseguì.

Dopo aver camminato a lungo, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi. All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.

"Buon giorno" disse il viandante.

L'uomo fece un cenno con il capo.

"Io, il mio cavallo e il mio cane, abbiamo molta sete".

"C'è una fonte fra quei massi" disse l'uomo e, indicando il luogo, aggiunse: "potete bere a volontà".

L'uomo, il cavallo e il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono. Il viandante andò a ringraziare.

"Tornate quando volete" rispose l'uomo.

"A proposito, come si chiama questo posto?"

"Cielo".

"Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello la!".

"Quello non è il cielo, è l'inferno".

Il viandante rimase perplesso. "Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo questa falsa informazione causa grandi confusioni!"

"Assolutamente no. In realtà ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici ... "


(Da Fiori gialli)

venerdì 12 giugno 2009

Lieder eines fahrenden


Lungo la strada, un tiglio
si leva:
là finalmente riposai.

Sotto il tiglio,
che fiori come neve
su me
versava, io dimenticai
come la vita fa male, e tutto fu
di nuovo
bello!

Tutto!
L'amore e la pena
e il mondo e il sogno!

(Gesellen 1884 - Gustav Mahler)

martedì 9 giugno 2009

Il cuculo in giugno


Il cuculo in questi giorni di giugno sta cominciando a cambiare il suo canto.
Tra poco sarà "cuc-cucù" invece di "cucù".

C'è un'antica superstizione riguardo al canto del cuculo che mi ha sempre fatto un po' sorridere:
se, quando senti il cuculo ti metti a correre contando i suoi richiami e continui a correre finché non lo odi più, aggiungerai tanti anni alla tua vita quanti richiami del cuculo avrai contato.

In ogni lingua europea, questo uccello trae il suo nome dal suono che emette.

Il suo richiamo è il canto del maschio nella stagione primaverile degli amori.
Il cuculo non costruisce nidi. In Europa depone le sue uova nei nidi altrui, scegliendone uno con uova molto simili alle sue per colore.

E' uno dei pochi uccelli in grado di toccare anche i bruchi forniti di peli ispidi, dal momento che non viene infastidito dai rivestimenti esterni.

Il cuculo è un uccello calmo, pacato, con un becco graziosamente curvo e una disposizione molto particolare della dita delle zampe: due davanti e due dietro, per assicurarsi equilibrio e stabilità.

Questo uccello è stato a lungo simbolo di un nuovo destino e un nuovo stato nella vita degli esseri umani. La maggior parte delle antiche credenze ruotano intorno al suo canto e al momento in cui viene udito.

Molte persone credono ancora che, esprimendo un desiderio quando si sente il cuculo cantare, esso verrà esaudito. Qualsiasi cosa stiate facendo quando udite il suo verso, fatelo spesso per tutto l'anno: porterà fortuna.

Per i single, il numero dei richiami indicava spesso il numero di anni in cui la persona sarebbe rimasta senza innamorarsi, o che avrebbe dovuto attendere per sposarsi.

In Svezia, la direzione dalla quale il canto si udiva, rifletteva specificatamente il genere di destino a cui si andava incontro. Se proveniva da Nord, indicava dolore, da Est consolazione, da sud la fine di qualcosa, da ovest buona fortuna.

Sembra che anora oggi, in Europa, siano in molti a ritenere che dal suo richiamo si possano far previsioni molto accurate sulla pioggia. Un tempo veniva perfino chiamato "il corvo della pioggia".

sabato 6 giugno 2009

Citazione di Bob Marley


Se esprimi un desiderio, è perché vedi cadere una stella;

se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo.

Se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa.


(Bob Marley)

venerdì 5 giugno 2009

Petitions and signatures collecting. Here you can create or sign a petition

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Pergolati


Scriveva Shakespeare in "Molto rumore per nulla":

"Nel pergolato
dove i caprifogli dal sol nutriti fanno sì
che il sole non entri dentro..."

Ecco, pergolati, giardini, odori ... Sto trascorrendo le mattine di questi giorni, andando in giro in bicicletta. Cerco le strade meno affollate e qui, fortunatamente, ce ne sono. Se un giardino mi piace particolarmente, poso la bicicletta e mi fermo ad ammirare.
Non incontro quasi nessuno, ma sento gli odori penetranti dei gelsomini e dei tigli, oltre al canto degli uccelli.
Stamattina mi sono fermata davanti ad uno stagno piuttosto grande, circondato da cespugli di melograno. Mi ci sono fermata a lungo, perché in quella zona andavo l'anno scorso con la Kitty.

Ho ricordato la sua felicità, quando, in un attimo di mio disorientamento, la Kitty, alzando gli occhi verso di me, mi fece capire, che avrebbe "guidato" lei. E così fece in maniera eccelsa.

Quanti giardini ben tenuti vedo! Pieni di fiori, curatissimi nei particolari, sembrano sogni.
Oggi per l'appunto ho notato un pergolato di caprifogli, mentre la siepe intorno era di oleandri.

Quindi mi scuso con gli amici blogger per queste assenze.
Ma ... l'estate è incantata!

martedì 2 giugno 2009

Il totalitarismo e Hannah Arendt

Hannah Arendt nasce nel 1906 da una famiglia ebraica tedesca molto benestante e non praticante.
Anche se non riceve una educazione religiosa tradizionale, non negherà mai la propria identità ebraica, professando - in modo niente affatto convenzionale - la propria fede in Dio.

E' forse proprio grazie a questa fede che la Arendt si dedica per tutta la vita allo sforzo di comprendere il destino del popolo ebraico, identificandosi con le sue vicissitudini.

Fondamentali per le sue esperienze accademiche sono le città di Friburgo, Marburgo e Heidelberg, presso le cui sedi universitarie conosce Heiddeger e Jaspers. Jaspers le trasmette un amore profondo per la libertà, mentre grazie ad Heidegger si sviluppa in lei una sconfinata ammirazione per gli antichi Greci e per il loro sforzo di convivere con gli aspetti tragici della vita.

Sia che si tratti di passioni umane come il peccato, la rabbia o di sentimenti, di istituzioni o ordinamenti politici, Hannah Arendt si presenta con una indagine originale.

Nell'ambito del XX secolo, nessun altro teorico della politica riesce, come lei, ad unire una comprensione così profonda del male che può scaturire dall'attività politica, alla convinzione, altrettanto ferma e profonda, che la vita dedicata alla politica, qualora questa assuma la sua forma migliore, sia una delle più alte conquiste umane.

All'inizio degli anni sessanta del Novecento, la Arendt è decisamente già famosa per il suo discusso saggio sul totalitarismo, anche se il suo nome è legato all'inchiesta sul processo ad Eichmann, in cui l'autrice affronta alcuni aspetti controversi della storiografia sullo sterminio del popolo ebraico.

La Arendt presenta l'imputato del processo di Gerusalemme, il criminale di guerra Eichmann, nei panni di un ometto insignigicante, una sorta di piccolo burocrate della macchina nazista.

In realtà, l'autrice solleva la questione dell'interpretazione storica e politica del nazismo.

In effetti, se gli ingranaggi dell'apparato di sterminio non erano costituiti da membri degeneri del ceto degli Junker, oppure da semplici avventurieri, bensì da uomini della strada, da tipici rappresentanti della società di massa, l'interpretazione storica del nazismo diventa più "sociale" e "culturale", oltre che inquietante.

Non ci si può basare sulla follia di Hitler per comprendere il fenomeno del nazismo, o sostenere una generica e quanto mai indimostrabile inclinazione al delitto del popolo tedesco.

Hannah Arendt elabora una teoria, peraltro già presenta sull'opera del totalitarismo, secondo la quale, forme estreme e distruttive di dittatura, come il nazismo, sono in effetti in stretta relazione con la natura della società di massa e che, quindi, possono risorgere.

D'altra parte, nell'opera sul totalitarismo, la Arendt stabilisce una sorta di continuità culturale tra nazismo e stalinismo, specialmente riferendosi alle tecniche e alle pratiche del terrore, alla segretezza degli apparati e all'invasione della sfera privata.

La pluralità è il presupposto dell'azione umana, proprio perché noi siamo tutti uguali, ma in un modo tale che nessuno di noi sia mai identico ad alcun altro che visse, vive o vivrà.

Esercitare il potere significa "agire di concerto", cioé agire secondo decisioni condivise e non secondo la logica della solitudine.

L'attività lavorativa assicura tanto la sopravvivenza individuale quanto la vita della specie. L'operare e il suo prodotto, ossia l'arteficio umano, conferiscono permanenza e continuità alla limitatezza della vita mortale e alla labilità del tempo umano.

L'agire consente la realizzazione dell'identità umana, il rivelarsi di colui che agisce, l'apparire agli altri, il manifestarsi nella propria identità e differenza, anche all'interno di un elemento angosciante per l'umanità intera: l'imponderabilità.

Secondo la Arendt, l'agire umano è caratterizzato dal reciproco gioco della "parola", inteso come possibilità che i diversi esseri umani possano esprimersi sugli interessi comuni in uno spazio comune.

(Estrapolato da: "Trasmissione culturale ed educazione nella prospettiva di Hannah Arendt" Bertirotti A. - Psicolab, Firenze)

lunedì 1 giugno 2009

Giugno


E mentre pioviggina, con la temperatura in calo, comincia un nuovo mese: Giugno.

Nell'antico calendario romano, Giugno era il quarto mese.

Ovidio afferma che a questo mese è stato dato il nome in onore di Giunone, altri collegano il nome con il consolato di Giunio Bruto.

Probabilmente c'è anche il riferimento all'agricoltura, in origine cioé indicava il mese in cui crescono e maturano le messi.

Gli Anglosassoni lo chiamavano "Il mese asciutto", ma anche "Il mese di mezza estate", per contraddistinguerlo con Luglio, il "Primo mese caldo".

In Giugno cade il Solstizio d'estate.

venerdì 29 maggio 2009

Il giardino nel bosco


In un mese di maggio
era nato sul limite di un bosco
un piccolo giardino,
così, per un capriccio di natura
o uno scherzo del vento.
V'era di tutto: viole, ciclamini,
rose, bottoni d'oro,
gladioli bianchi e azzurri fiordalisi;
lungo il tronco di un leccio,
alti su l'erbe i freschi semprevivi, salivano i convolvoli.
Tanta bellezza invero era sciupata,
che la zona del bosco
era lontana e mai nessuno vi andava.
Ma ugualmente felici,
i fiori si scaldavano al buon sole;
e facevano festa
ai leprotti, agli insetti ed agli uccelli:
a tutte le creature viventi
oppure solo di passaggio
nei boschi a maggio.

(Giuseppe Fanciulli)

mercoledì 27 maggio 2009

Ray Bradbury

Fahrenheit 451 (edito in Italia anche con il titolo "Gli anni della fenice") è un romanzo di fantascienza scritto da Ray Bradbury, uno scrittore nordamericano considerato fra i più grandi autori di letteratura fantascientifica.

Nasce come estensione del racconto breve The Fireman, pubblicato in Italia su Urania (Rivista in due puntate (nn. 13 e 14 - novembre e dicembre 1953) con il titolo "Gli anni del rogo".

L'ambientazione è quella di un ipotetico futuro nel quale leggere libri è considerato un reato per contrastare il quale è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco, impegnato a bruciare ogni tipo di volume.

Il titolo del romanzo, non a caso, è riferibile alla temperatura di autocombustione (quella a cui la carta brucia spontaneamente - secondo le unità di misura imperiali), 451 Fahrenheit appunto, che corrispondono a 232,78° C.

Il testo, dal quale lo stesso Bradbury ha tratto una versione per il teatro, rientra nel filone della fantascienza sociologica e vuole rappresentare i rischi di una società dispotica.

Secondo alcuni critici vorrebbe altresì simboleggiare un'allegoria del maccartismo imperante nella società statunitense dei primi anni Cinquanta.

Secondo altri, l'autore avrebbe inteso prefigurare semplicemente una società utopica cresciuta all'ombra di cervellotici machiavellismi.

Al titolo di questo romanzo si è ispirato il regista statunitense Michael Moore per il suo documentario "Fahrenheit 9/11" ispirato ai fatti dell'11 settembre 2001.

martedì 26 maggio 2009

Cominciò l'estate del 1928

L'erba sussurrava sotto il suo corpo. Douglas abbassò il braccio sentendo il solletico dell'erba sulla pelle e più lontano le dita dei piedi si flettevano nelle scarpe. Il vento soffiava intorno alle orecchie che parevano diventate conchiglie.
I fiori erano soli, chiazze di cielo cadute in mezzo ai boschi. Gli uccelli scattavano come sassi lanciati nel vasto stagno rovesciato del cielo. Gli insetti volavano con chiarezza elettrica

Sono vivo sul serio, pensò. Non l'ho mai saputo prima e se l'ho saputo l'ho dimenticato.
Pensaci! Hai dodici anni e te ne accorgi solo adesso......

L'Estate incantata (Dandelion Wine) è stato pubblicato per la prima volta nel 1957.

Scrive G. Lippi nella prefazione:

"Più che un romanzo L'estate incantata è una serie di di episodi strettamente legati fra loro e accomunati dal fatto di svolgersi a Green Town, una immaginaria cittadina dell'Illinois, nell'estate del 1928.
I protagonisti sono parecchi, ma il filo conduttore della storia è rappresentato dai due fratelli Douglas e Tom.

Anche questa storia di Bradbury è essenzialmente una storia di ragazzi: ragazzi non visti con l'occhio dell'adulto che analizza e guarda in prospettiva, ma con la stessa ottica dilatata del coetaneo.

Ciò che più sorprende ne L'Estate incantata è la presenza di personaggi che appartengono a due soli classi di età, o quasi: i giovanissimi e i vecchissimi.

Bradbury avverte l'affinità che esiste tra loro e che consiste nell'assenza di responsabilità.

Sono queste le età della vita in cui accadono - o si può immaginare che accadano - le magie e gli incantesimi ...



"La marea gialla - essenza di un mese bellissimo - veniva versata nella macina e usciva dal becco di sotto per essere travasata nei recipienti di terracotta, fatta fermentare e racchiusa nelle bottiglie lavate per l'occasione. Poi veniva sistemata in file ordinate, dorate, negli scaffali bui della cantina.
Vino di dente di leone.

Parole che significavano estate. Il vino era l'estate catturata e messa in bottiglia.

E adesso che Douglas sapeva di essere veramente vivo e si muoveva tra le cose del mondo per vederle e toccarle tutte, pareva appropriato che un po' di quella nuova coscienza, di quel giorno di vendemmia così speciale, venisse conservato e tappato in cantina, per essere aperto magari in gennaio, durante una nevicata, quando il sole fosse dimenticato da settimane ...

E là, fila su fila, col delicato splendore dei fiori che sbocciano di primo mattino, con la luce di giugno che brilla sotto uno strato di polvere, avrebbe ritrovato il vino di dente di leone.

Guardalo attraverso quel vino il giorno di inverno e la neve si scioglierà sull'erba e gli alberi saranno ripopolati di uccelli, e foglie e fiori si apriranno di nuovo come un continente di farfalle che volano nel vento ...."


Da "L'Estate incantata" di Ray Bradbury - Oscar Mondadori

domenica 24 maggio 2009

Vivere naturalmente


Quando più uno vive solo, sul fiume o in aperta campagna, tanto più si rende conto che non c'è nulla di più bello e più grande del compiere gli obblighi della propria vita quotidiana, semplicemente e naturalmente.

Dall'erba dei campi alle stelle del cielo, ogni cosa fa proprio questo.

C'è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella natura, proprio perché nulla cerca di trasgredire i suoi limiti.

Tagore

giovedì 21 maggio 2009

Tempo di fragole


Oggi sono andata dal contadino che vende fragole.

La parola "fragole" mi riporta spesso all'infanzia e al film di Bergman "Il posto delle fragole" - che rimane sempre uno dei miei preferiti.

La fragola è in realtà un falso frutto: la parte commestibile è il ricettacolo floreale accresciuto e costellato in superficie da piccoli acheni, i veri frutti.


Sappiamo tutti dove crescono le fragole: nei boschi e sono le fragoline selvatiche, nei climi temperati con una esposizione non troppo soleggiata e sono quelle che nella maggioranza utilizziamo noi.


Contengono grandi quantità di vitamina C e pectine anti-colesterolo, sono ricche di calcio e contengono fosforo, ferro, magnesio, potassio, vitamine del gruppo B, fibre ...

Dicono siano molto utili in caso di raffreddore e stanchezza, rinforzano infatti i meccanismi di autodifesa dell'organismo.

E' uno dei pochi frutti adatti ai diabetici, poiché contiene uno zucchero, il levulosio, che richiede un basso intervento di insulina per il suo assorbimento.

La fragola selvatica o fragola di bosco è originaria dell'Europa e della Siberia e si è diffusa in tutte le regioni del mondo.

Su indicazione di alcuni botanici a conoscenza della presenza di nuove varietà di origine americana, all'inizio del 1700 - un ufficiale della marina francese importa in Europa, dall'America, piante di fragole differenti da quelle locali, dai frutti meno profumati, ma più polposi.

La coltivazione di queste nuove piante si diffonde velocemente e i nuovi frutti scalzano, sul mercato, le costose fragoline selvatiche.

Qualche notizia sulla vita di Bergman, qui

mercoledì 20 maggio 2009

Due giorni di maggio in giardino



Questa è stata la mia "postazione" ieri e oggi.

Libri, silenzio intercalato a trilli di uccelli.

Dimentico: oltre ai libri, le forbici, per tagliare i fiori appassiti o qualche rametto che punta ai miei occhi...

La notizia più bella per me è che il tiglio sta mettendo i fiori.

Quando, anni fa, non abitavo qui e non avevo tigli in giardino, ma alberi di altro tipo, certe sere mi colpiva l'odore dei tigli portato dal vento.

Il tiglio parla di amore, parla di estate, di mare, di vacanze. Infatti era uno struggimento, camminare per le strade della città con gli amici, annusando questo odore.

Se sentivo dentro di me un vuoto, una mancanza, era chiaro che la persona con cui passeggiavo non era l'Amore da me desiderato.

Una specie di test psicologico...

Fino a che il tiglio o il vento o entrambi mi hanno "indicato" la persona giusta.

Comunque, finalmente è arrivata l'estate e finalmente non indosso più maglioni, ma belle magliette colorate.

Nota disturbante: nonostante il mio eremo, mi sono arrivate ugualmente notizie di Berluskoni e le zanzare-tigre mi hanno punto quasi a sangue.


domenica 17 maggio 2009

Lunghe siepi vive



Lunghe siepi vive
di uccelli e moscerini e larghe bianche farfalle

E sembra che il fiore del biancospino
vita abbia preso e palpiti nel vento.

(Elizabeth Barrett Browning)


Di questa poetessa ho scritto QUI

sabato 16 maggio 2009

Per la mia indimenticabile Kitty



"Una persona può imparare molto da un cane, anche da un cane strambo come il nostro", scrissi.

"Marley mi ha insegnato a vivere ogni giorno con sfrenata esuberanza e gioia, a cogliere il momento e seguire il mio cuore.
Mi ha insegnato ad apprezzare le cose semplici: una passeggiata nei boschi, una fresca nevicata, un sonnellino in un raggio di sole invernale.

E mentre diventata vecchio e malandato, mi ha mostrato l'ottimismo di fronte alle avversità.

Soprattutto mi ha insegnato l'amicizia, l'altruismo e una profonda devozione."

Questo brano, tratto da "Io e Marley" di J. Grogan, si riferisce ad un cane forse un labrador.

Kitty era uno schnauzer medio, femmina , pepe e sale. E' stata la mia amica per 13 anni, mi ha insegnato la dignità, l'affetto, la gioia. E' ancora la mia amica migliore.

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