lunedì 9 marzo 2009

Frances H. Burnett e Il Giardino segreto


Nella sua casa di Maytham aveva "un giardino delle rose" che era il suo rifugio nei momenti tristi e il luogo dove amava scrivere e ... parlare con i pettirossi.

"E fu proprio qui, nel giardino delle rose, che ebbe le prime idee per Il Giardino segreto, poiché fece amicizia con un pettirosso che sarebbe venuto a mangiare nella sua mano."
"In quel momento io aprii la piccola porta nel muro che nascondeva il giardino dimenticato"

Ma quale è la festa a cui allude la Burnett?

La descrizione fa pensare alla iniziazione delle fanciulle, ancora in voga ai suoi tempi: la presentazione in società.
Evento atteso come la realizzazione di un sogno, lo schiudersi di una nuova vita; sogno spesso infranto dalla consapevolezza di avere invece perduto la cosa più preziosa: l'infanzia.

Ma c'è anche un riferimento a tutte quelle feste a cui ci si prepara con eccitazione e che si rivelano solo una grottesca messa in scena di stati d'animo euforici ed esaltanti, solitamente mai realmente 'vissuti', ma solo 'recitati'.

"Frances aspettava estasiata queste feste. Non vedeva l'ora di andare all festa. Ma poi, quando vi giungeva, anche mentre danzava avvolta dalla musica e dalle risate, essa non poteva credere che questa fosse la gioia che si era prefigurata."

La festa che Mary con i suoi amici organizzano alla fine nel giardino segreto non è illusoria, le loro emozioni sono tali da trasformarli, ma questo succede nel libro.

Il secolo della Burnett è quello in cui streghe e indemoniate "diventano" isteriche e vengono curate come malate.

Il passaggio fra i due secoli vede Freud rivoluzionare le teorie sulla sessualità e sulla funzione dell'inconscio; vede Jung interessarsi di magia e di alchimia nel tentativo di inglobarle in una nuova scienza e Rudolf Steiner rompere il cerchio chiuso della dottrina teosofica, rivolta agli iniziati, per creare una nuova"antroposofia".

La Burnett viaggiava molto e Vienna fu una delle mete per lei più affascinanti,

Tracce di queste nuove idee, che ebbero appunto in questa città e dintorni, il centro del loro sviluppo - riaffiorano ne Il Giardino segreto.

Il tempo della Burnett è quello della definitiva affermazione della classe borghese, fra '800 e primo Novecento: una classe sociale dalla struttura complessa, dove si afferma una nuova opulenza accanto ad una miseria accettata con dignità, dove l'ostentazione di una immagine di radiosa armonia è, a volte, un atteggiamento che nasconde interiori dissidi.

Da un lato infatti si impone un puritanesimo familiare, dove il sesso è lecito solo fra le mura domestiche, dall'altro si assiste al dilagare della pornografia, della prostituzione e del commercio delle perversioni.

La Burnett è cresciuta in un contesto storico-sociale in cui, per essere riconosciuti e accettati, occorreva sfoggiare una serenità vittoriana priva di traumi, per cui era meglio tacere di morti violente, fossero esse dovute a parto o a cadute di vario genere, tenendo conto del valore simbolico del termine "caduta" riferito alla donna.

La Burnett ha con coraggio detto apertamente molte cose contro il suo tempo e contro l'educazione vittoriana: il nodo fondamentale lo ha lasciato alla nostra capacità di decifrare fra le righe e a quella intuitiva dei bambini di cogliere verità celate dal simbolismo fiabesco.

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