giovedì 19 novembre 2009

Citazione

Mi piace immaginare uno Stato che possa permettersi di essere giusto con tutti gli uomini, e di trattare l’individuo con il rispetto che si ha per un proprio vicino; uno Stato, ancora, che non consideri in contrasto con la propria tranquillità il fatto che alcuni vivano in disparte, senza immischiarsi nei suoi affari e senza lasciarsene sopraffare. 
(Henry David Thoreau)

Con questa frase di Thoreau, che condivido, saluto tutti voi, amici
per un po' di tempo.
Un po' prima di Natale sarò di nuovo qui per gli auguri e i saluti.

Buona permanenza!
Lara











lunedì 16 novembre 2009

La Lepre sulla Luna





In un tempo lontano,
una lepre e una scimmia
fecero amicizia
con una volpe.
Durante il giorno,
giocavano nei campi,
al tramonto del sole,
tornavano nella foresta.
In questo modo
passarono gli anni,
fino a quando
il Re del Cielo,
udito il fatto,
per sapere la verità,
in sembianza di vecchio,
viene barcollando
e disse agli animali:
"Ho sentito che voi tre
giocate assieme,
pur essendo
di specie diversa.
Se questo è vero,
salvate un vecchio
che muore di fame."
E gettato il bastone,
si mise a riposare.
"È molto semplice,"
risposero gli animali.
Senza esitare,
la scimmia tornò
dal bosco vicino
portando della frutta;
la volpe con un pesce
preso nel ruscello.
Anche la lepre
girò attorno,
ma non trovò niente
da offrire al vecchio.
Disprezzata, soffriva,
nel suo cuore.
Infine, disse:
"Tu, o scimmia,
porta legna dal bosco;
e tu, o volpe,
accendi il fuoco."
Avendo le due
eseguito l'ordine,
la lepre si gettò
in mezzo al fuoco,
offrendosi in dono
al vecchio affamato.
A questa vista,
il vecchio levò
gli occhi al cielo
e si accasciò al suolo,
in lacrime.
Battendosi il petto,
disse agli animali:
"Tutti e tre,
da buoni amici,
avete agito bene.
Ma la lepre
mi ha commosso."
Ripresa la forma
di Re del Cielo
raccolse dal fuoco
i resti della lepre
e li depose
nel Tempio della Luna.
Questa è la storia
della lepre sulla luna,
tramandata fino ad oggi.
Quando la sento,
la mia veste
si bagna di lacrime.


(dal libro: Poesie di Ryokan. La Vita Felice

La lepre sulla luna- Maestro zen Ryokan, 1758-1831)

domenica 15 novembre 2009

SEQUESTRO EMOTIVO - Un racconto



Un racconto - per rendere l’idea di cosa sia, secondo Goleman, il sequestro emotivo o sequestro dell’amigdala.






Anche se durante le feste il ritmo è frenetico, lei lavorava sempre come una matta per fare di Natale un giorno perfetto: andava comprare regali, li incartava, cucinava dolci e preparava per cena i cibi tradizionali svedesi – polpettine e lefse.



Anche quella volta, dopo essere corsa in giro per tutto il giorno, accese le candele e chiamò la famiglia a tavola, sulla quale fumavano i cibi preparati con cura.

A quel punto tutti si presentarono …. ma in ritardo.


La figlia quindicenne non si era ancora lavata i capelli.

Il figlio non l’aveva sentita chiamare “a cena” perché ascoltava musica in cuffia.

Il marito stava “finendo un lavoretto” al tavolo degli attrezzi.

Quando finalmente arrivarono, i cibi
non fumavano più.


Lei li guardò tutti in silenzio.

La cena era immersa in un’atmosfera tesa, si sentiva solo il rumore dell’argenteria sui piatti di porcellana.

Poi, al momento di aprire i regali,
lei si sedette su una sedia, si mise a leggere il giornale e non disse più una parola per il resto della serata.




I sequestri dell’amigdala si presentano in forme molto diverse, sabotandoci la vita ed il lavoro.

La buona notizia è che, con una maggiore consapevolezza di sé, sembra sia possibile “ricablare” il nostro cervello in funzione di una risposta più efficace agli stress che li innescano.

sabato 14 novembre 2009

Il sequestro dell'amigdala


Il sistema limbico – che è il sistema operativo della mente emozionale – contiene un piccolo ganglio di neuroni, l’amigdala, progettato per reagire rapidamente: un sistema di sicurezza sempre in funzione che ci protegge da eventuali danni.
E’ una parte antica del cervello che ci rende un ottimo servizio da secoli.
Oggi però le sfide sono diverse da quelle che affrontavano i nostri antenati, spesso sono più simboliche che reali.
Sono l’equivalente moderno di “mangia o sarai mangiato” e riguardano spesso i conflitti nell’ambiente di lavoro che sembrano costituire una sfida per la dignità dell’individuo,
per il suo sostentamento o per il suo orgoglio.
Il cervello pensante, la neocorteccia, si è evoluto – a partire dal sistema limbico.
Sembra però che, mentre nel mondo dei computer, il vecchio è rapidamente sorpassato dal nuovo, il nostro cervello antico in realtà sia più veloce del cervello pensante e possa scavalcare i nostri desideri più ragionevoli.
L’amigdala era probabilmente progettata per reagire a TUTTE le sfide – come a questioni di vita o di morte.
Un’ottima cosa, se qualcuno minaccia la nostra incolumità di notte in un parcheggio, ma non un granché utile in un conflitto simbolico con un collaboratore o con un membro della famiglia.
Funziona così: quando il cervello riceve uno stimolo, l’amigdala esamina tutte le precedenti esperienze emotive alla ricerca di un campione a cui rifarsi.
Se riconosce un’esperienza di paura, umiliazione o minaccia, attiva i nostri istinti di sopravvivenza: “rispondi colpo a colpo” oppure “scappa se vuoi salvare la pelle”.

Dato che i circuiti neuronali del sistema limbico sono antichi e tutt’altro che precisi, non sempre riusciamo a distinguere una sfida simbolica da un vero e proprio pericolo fisico:
a volte il sistema segnala un falso allarme.
L’amigdala, sensibilissima, prende per un ladro un suono inconsueto nella notte, mentre può essere soltanto il vento fra i cespugli.
Il cervello pensante può distinguere una sfida reale da una sfida simbolica, ma a volte ci mette troppo tempo a “scaricare” la sua valutazione razionale.
La reazione dell’amigdala, invece, arriva all’istante e scatena un riflesso brusco ed improvviso, una reazione del tipo “combatti o scappa”.
David Goleman nel libro “Intelligenza emotiva” chiama questa reazione “sequestro emotivo” o “sequestro dell’amigdala”.
segue ./..


domenica 1 novembre 2009

Teoria del barattolo di maionese


Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sé, sulla cattedra. Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf. Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Il professore, rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancura una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un si unanime.
Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero!
“Ora”, disse il professore quando la risata finì, “vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza.
“I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.”
“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia”, continuò, “non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.
“Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia”.
Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. “Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita: c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”.
Ripreso da qui

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