sabato 22 gennaio 2011

Il fenomeno del fascismo

"La presenza del fascismo come forza dominante in Europa  può essere datato con esattezza." scrive H. R: Trevor-Roper nel libro sotto riportato.

" Iniziò nel 1922-23, con l'avvento del partito fascista italiano che Mussolini portò al potere con la famosa o leggendaria "Marcia su Roma" del 1922, cui fece seguito l'anno dopo il fallimento del putsch  hitleriano di Monaco.
Giunse alla maggiore età negli anni '30, quando i partiti fascisti si moltiplicarono in tutta l'Europa e conquistarono il potere, talora con la congiura, talora con la guerra civile, ma sempre sotto l'egida di Hitler e Mussolini, vincolati dal Patto d'Acciaio del 1936 a costituire una sola forza sulla scena politica europea.

Si concluse nel 1945 con la disfatta e la morte dei due dittatori, il crollo o la fuga precipitosa dei loro seguaci in Europa. 
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La vittoria del 1918 non inaugurò una nuova era di  prosperità generale; i danni materiali provocati dalla guerra erano troppo ingenti, la ricostruzione era lenta e difficile. E nel frattempo, mentre l'occidente predicava le virtù salvatrici del liberalismo, dall'est altre voci offrivano un nuovo mezzo di salvezza alle affamate  classi lavoratrici dell'Europa centrale. 

Nel 1917 era scoppiata la rivoluzione russa, e dal 1917 al 1923 i comunisti russi non predicarono il socialismo in questo o in quel paese, bensì la rivoluzione mondiale.
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Di fronte alla terribile minaccia del bolscevismo, il ceto medio  di tutta l'Europa, sino allora tanto fiducioso, fu colto dal panico; e si trovò così a ripiegare sulle stesse posizioni .........

Il fascismo, in quanto movimento efficace era infatti figlio della paura.



Poteva avere radici intellettuali indipendenti; la sua forma poteva anche essere il frutto di follie nazionali o individuali indipendenti; ma la sua forza e il suo dinamismo scaturivano dalla paura di un'altra rivoluzione, che questa volta sarebbe stata proletaria.

Una volta che l'economia entrò in una fase di contrazione, e il liberalismo economico lasciò il proletariato fra l'incudine della disoccupazione e il martello della più nera indigenza, senza nessun'altra alternativa se non la rivoluzione a cui ora lo spronava la Russia, sembrava scoccare l'ora della nemesi storica prevista dai conservatori del diciannovesimo secolo.

E così ogni fase dello sviluppo del fascismo europeo può essere riferita ad un momento di panico del ceto medio, provocato dalla crisi economica o dalla sua conseguenza, la minaccia incombente di una rivoluzione socialista.
E infatti il fascismo italiano divenne una forza politica solo dopo il grande successo riportato dai socialisti alle elezioni del 1919.
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Il fascismo europeo è quindi la reazione politica della borghesia europea alla recessione economica che seguì il 1918 - anzi, più direttamente, la reazione al timore politico provocato da tale recessione.

Era anticomunista, prima di ogni altra cosa; il suo anticomunismo gli dette vita e prosperità e le sue virtù anticomuniste, che lo resero internazionale, nascondevano una infinità di peccati....."

Da "Il fascismo in Europa" a cura di S. J. Woolf - Editori Laterza - Bari 1968


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