lunedì 28 febbraio 2011

Giornata della Lentezza con Aforismi

Finalmente è arrivata la Giornata dedicata alla Lentezza. Trovo sia una iniziativa da applaudire.
Così, lentamente, decido di proporre alcuni aforismi. Non ci affaticano, esprimono verità assolute e spesso sono divertenti:


  1. Non abbattere mai una palizzata prima di conoscere la ragione per cui fu costruita  (Gilbert K. Chesterton)
  2. Anche per il pensiero c'è un tempo per arare e un tempo per mietere (Ludwig Wittgenstein)
  3. Quand'ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli. (Woody Allen)
  4. Mi sembra che tutti noi guardiamo troppo alla Natura e viviamo troppo poco con essa. (Oscar Wilde)
  5. L'uomo diventa vecchio quando i rimpianti prendono il posto dei sogni (John Barrimore)
  6. Le idee non possono realizzare nulla. Per realizzare le idee, c'è bisogno degli uomini, che mettono in gioco una forza pratica. (Karl Marx)   
  7. Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero (Mahatma Gandhi)
  8. Il carosello del tempo porta con sé le sue vendette (William Shakespeare) 
  9. Nella profondità dell'inverno, ho finalmente imparato che dentro di me c'è una estate invincibile. (Albert Camus)
  10. Un uomo in grado di pensare non è uno sconfitto. Anche quando lo è sul serio. (Milan Kundera)

    domenica 27 febbraio 2011

    Sei venuta di marzo

    Una risposta da un'altra terra, da un'altra persona alla parte di diario di Anais Nin  (v. il mio post di ieri) viene da Cesare Pavese con la poesia "Sei venuta di marzo"

    Sei la vita e la morte.
    Sei venuta di marzo
    sulla terra nuda
    il tuo brivido dura.
    Sangue di primavera
    anemone o nube
    il tuo passo leggero
    ha violato la terra.
    Ricomincia il dolore.

    Il tuo passo leggero
    ha riaperto il dolore.
    Era fredda la terra
    sotto povero cielo,
    era immobile e chiusa
    in un torpido sogno,
    come chi più non soffre.
    Anche il gelo era dolce
    dentro il cuore profondo.
    Tra la vita e la morte
    la speranza taceva.

    Ora ha una voce e un sangue
    ogni cosa che vive.
    Ora la terra e il cielo
    sono un brivido forte,
    la speranza li torce,
    li sconvolge il mattino,
    li sommerge il tuo passo,
    il tuo fiato d'aurora.
    Sangue di primavera,
    tutta la terra trema
    di un antico tremore.

    Hai riaperto il dolore.
    Sei la vita e la morte.
    Sopra la terra nuda
    sei passata leggera
    come rondine o nube,
    e il torrente del cuore
    si è ridestato e irrompe
    e si specchia nel cielo
    e rispecchia le cose
    e le cose, nel cielo e nel cuore
    soffrono e si contorcono
    nell'attesa di te.

    È il mattino, è l'aurora,
    sangue di primavera,
    tu hai violato la terra.
    La speranza si torce,
    e ti attende ti chiama.
    Sei la vita e la morte.
    Il tuo passo è leggero.
     

    (Cesare Pavese -  25 marzo '50)

    Da: Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Giulio Einaudi editore, Torino 1951

    sabato 26 febbraio 2011

    Diario

    "Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. E' la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni ..."


    "... E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare"
    Uno vive così, protetto, in un mondo delicato, e crede di vivere. Poi legge un libro, o fa un viaggio ... e scopre che non sta vivendo, che è ibernato.
    I sintomi dell'ibernazione sono facili da individuare: primo: inquietudine, secondo (quando l'ibernazione diventa pericolosa e può degenerare nella morte) : assenza di piacere. Questo è tutto. Sembra una malattia ignota. Monotonia, noia, morte.
    Milioni di uomini vivono in questo modo (o muoiono in questo modo), senza saperlo.
     
    Lavorano negli uffici. Guidano una macchina. Fanno picnic con la famiglia. Allevano bambini.
    Poi interviene un cura  "Urto", una persona, un libro, una canzone, che li sveglia, salvaguardandoli dalla morte.
    Alcuni non si svegliano mai".
    ....................

    “Venne un tempo in cui il rischio di restare chiusi in un bocciolo fu più doloroso del rischio che il bocciolo correva a fiorire” 

    (Anais Nin  Dal diario 1931-1934)

    venerdì 25 febbraio 2011

    Mi hanno chiamato folle ...

    " Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale " 
     Edgar Allan Poe   
        
    (da "Eleonora", 1841)

    giovedì 24 febbraio 2011

    Citazione

    Nei suoi romanzi e nei suoi racconti Mauro Corona ci porta a contatto con un mondo quasi del tutto scomparso: quello della vita e delle tradizioni nei paesi della Valle del Vajont, un ecosistema che subì violenti sconvolgimenti a seguito della tragedia. Personaggi ed echi del passato riaffiorano tra le righe di Corona, che affronta con uno sguardo appassionato e un po' malinconico tematiche come il rapporto dell'uomo con la natura, con le proprie radici  e con l'incombente progresso economico e tecnologico. Da qui

    La citazione che segue l'ho trovata su google buzz, dove un certo Nat riporta un brano di Mauro Corona, senza citarne la fonte. E così la propongo io.

    mercoledì 23 febbraio 2011

    L’ignoranza del presente nasce fatalmente dall’incomprensione del passato

    Per Marc Bloch (nato il 6 luglio 1886 a Lione) la storia, convenientemente studiata e insegnata, era l’unico strumento di cui la società disponesse per una "pulizia dell’intelligenza", impedendo agli uomini di cadere vittime della suggestione e sostituendo al conformismo l’interesse per il vero, il più importante contributo della storia al progresso di una civiltà:


     "Persino nell’azione, noi giudichiamo troppo. ...
     Non comprendiamo mai abbastanza. Chi è diverso da noi – straniero, avversario politico – passa, quasi necessariamente, per un cattivo.

    Anche per condurre le lotte che non si possono evitare, un po’ più di intelligenza delle anime sarebbe necessaria; a maggior ragione, per evitarle, quando si è ancora in tempo.
    La storia, purché rinunci alle sue false arie da arcangelo deve aiutarci a guarire da questo difetto".


    martedì 22 febbraio 2011

    Punti interrogativi

    Forse debbo fermarmi  a riconsiderare i motivi che mi hanno spinto a riprendere questo blog, dopo quasi un anno di assenza.
    So che, prima o poi, a molti blogger capita di farsi la medesima domanda: che cosa ci faccio qui? E quale è il motivo per cui appiccico immagini e scrivo parole che poi verranno lette da altri?
    Ho forse il pomposo ardire di credere di far riflettere chi capita sul mio blog? Di "educare", insomma?
    Dentro di me forse è rimasta una fiammella di questo spirito educativo. 
    Per esempio mi piace pensare che, parlando del ciclo delle stagioni o di un prato, o di animali, qualcuno, leggendomi,  possa iniziare a guardarsi meglio attorno.
    Ma perché dovrebbe succedere proprio leggendo il mio blog?
    Fra l'altro sappiamo che la Natura non è solo una oasi di paradiso, la Natura è anche crudele.
    Può esserci, da parte di chi scrive, un EGO delirante che cerca di sfondare tra gli altri blogger, di essere "meglio", di farsi notare con storielle melense o accattivanti?
    Di blogger così ne ho visti, ma di solito non li frequento se non per la curiosità di capire cosa li spinge a scrivere estrapolando da sussidiari delle scuole elemenari  e avendo comunque un grande seguito.
    Ho pensato: forse mi sento sola,  forse ho  bisogno di qualcuno con cui dialogare, se pure in modo virtuale... Può essere.
    E ancora: non ho niente da vendere, non sono neppure iscritta ad Adsense, a Sprintrade... non debbo fare pubblicità a miei prodotti, libri ...
    Credo che il motore per me sia ... condividere. Condivido con altri blogger quello che mi piace, quello che mi sembra degno di attenzione per una società civile.
    A mia volta leggo i blog che preferisco, ma vado cercando anche altre opinioni. Ritengo che vedere il mondo, sia guardarlo da diverse angolazioni.
    Ecco, le angolazioni per me sono importanti: cado spesso nei tranelli del dogma, ma qualcuno più sveglio di me, mi riconduce ad un'apertura di cui sono grata.
    Per oggi basta:  pubblico e vado a prendermi un altro caffè.



    Devo aggiungere comunque, che questa mia, che ha tutta l'aria di essere una giustificazione, è dovuta al dottor Vincenzo Cucinotta che pubblicamente ... ringrazio.

    lunedì 21 febbraio 2011

    Paura del buio

    "L’oscurità può essere causa di una paura irrazionale:
    all’improvviso potrebbe spuntare un lupo, un ladro, un assassino!



    Ma l'oscurità può anche essere causa di un timore razionale:
    quando non si vede niente, si corre sempre il pericolo di urtare
    contro qualcosa, di cadere, di ferirsi.

    Più l’intelligenza e la saggezza aumentano in lui, più l’uomo
    diventa... non esattamente "timoroso", nel senso in cui
    generalmente lo s'intende, ma attento.
     
    Al tempo stesso anche la sua audacia aumenta, l’audacia intellettuale, mentale.

     Egli diffida di ciò che viene dall’istinto e dal sentimento, perché sa
    che questi possono entrambi annebbiargli la vista; ma per ciò che
    è chiaro, limpido, diventa audace.

    Ecco perché gli esseri  veramente intelligenti e istruiti sono più audaci degli altri.

    Si avventurano in regioni che i più non osano mai affrontare, ed è
    la luce a dar loro questa audacia."


    Omraam Mikhaël Aïvanhov  

    domenica 20 febbraio 2011

    La lettera dell'ignorante

    Lily del blog Lo scrigno di Calliope, una ragazza giovanissima, venerdì scorso, ha scritto  quanto riporto qui di seguito:


    La lettera dell' ignorante

    Spesso mi chiedo quale sarebbe potuta essere l' espressione di George Orwell, se ancora vivo, avesse potuto constatare che la nostra realtà incarna perfettamente quello che è stato una sorta di romanzo "profetico": 1984. Chissà, si sarebbe forse fatto una bella e grassa risata? O forse avrebbe scosso amaramente la testa? La mia vena pessimistica è più incline alla seconda ipotesi che alla prima. Quando ripenso alla scena in cui Winston si reca al Ministero della Verità e tra gli slogan del Partito legge: L' IGNORANZA è FORZA, non posso fare a meno di sorridere. Ancora una volta, amaramente.

    Giovedì pomeriggio, appena uscita da scuola. Aspettavo l' autobus nel piccolo parco dinanzi alla fermata. Seduta sulla panchina, me ne stavo beata nel mio silenzio, leggendo : Il giardino dei Finzi- Contini.
    Ad un certo punto, sento dietro le mie spalle, una ragazza che sghignazza:
    - Oh, guarda quella laggiù! Quella là, ma è un maschio o una femmina?-
    - Chi?- risponde il ragazzo che le è seduto accanto
    - Quella con il libro in mano?-
    - Oh Signore! Guarda tu..certo che la gente 'sta fuori! Come gli ne tiene di legge libri, piuttosto pensasse a rifarsi che non se pò guardare in faccia!-
    - Quella legge perché non ha niente da fare..secondo me non ha mai----------
    Qui, purtroppo mi devo avvalere della censura. Diciamo solo che l' argomento in questione, trattato dai due giovincelli (ovviamente non italiano, ma in dialetto) era se fossi o no senza libidine..Non so se i due ragazzi si siano accorti che io non ero sorda, ma aldilà dell' offensivo che c' era nelle loro parole, devo dire che la mia reazione è stata piuttosto inaspettata. Ho sorriso. No, non era un sorriso di autocommiserazione per me stessa. Sorridevo della loro "beata ignoranza". A mia volta, li prendevo in giro facendo leva su quello che per loro era un punto a mio sfavore: la lettura. Sarò stata cattiva, sarò stata crudele, quello che volete, ma sono del parere che oggi come oggi l' ignoranza non merita pietà né comprensione.
    Non so perché,subito dopo quelle parole tornai involontariamente indietro al ricordo del viso livido, scuro , arrabbiato di mio padre, quando in prima elementare portai a casa una pagella di tutti sufficienti.
    - La scuola non mi piace!!- Gli gridai
    - Neanche a me piace andare a lavorare. Ma finché in questa casa io uscirò la mattina al gelo, spaccandomi le mani, finché io il pomeriggio mi squaglierò sotto la lamiera e la notte mi cecherò davanti quella maledetta macchina della fabbrica, tu farai il tuo dovere, cosi come io sto facendo il mio.-
    Parole che mi seguiranno nella tomba, finché campo. Non le capii in quel momento, per questo pensai che fosse un cattivo padre. Gli dissi di odiarlo, ma lui non si scompose.
    Qualche anno fa, tornai a provocarlo, cosi, per il solo gusto di vedere la sua reazione,dicendogli:
    - E se io adesso lasciassi la scuola?-
    - La scelta è tua. Lì dietro il capannone c' è la zappa, saprai quanto pesa l' ignoranza. Quanto pesa la scelta dell' essere la pecora del domani o il suo pastore-
    Oggi a distanza di anni, lo ringrazio.

    Perché mi insegnò e lo fa tutt'ora che se Il contadino se non ara la terra, il raccolto non viene. Il seme soffoca, e la pianta non nasce, ma anzi muore prima ancora che il seme possa partorire. Se Il contadino non estirpa le erbacce, quelle si attaccheranno alla pianta che verrà su storta. Se Il contadino non innaffia il seme, quello essicca.
    Direi che è paradossale oggi, 2011, meravigliarsi perché ancora qualcuno legga. Certo la colpa sarà in parte di noi giovani. " Questi giovani di oggi, che non hanno voglia di fare niente...Ai tempi miei era tutto diverso" Quante volte le ho sentite queste parole, e quante volte le ho odiate. Vi siete mai chiesti che se la quercia è malata, magari non dipende dalle foglie, dai rami ma forse dalle radici? Sapete cosa state facendo? E mi rivolgo ai padri, alle madri, ai genitori assenti di un Italia decade sempre di più..State seminando senza arare, state seminando senza innaffiare, stare seminando senza estirpare le erbacce.. State educando i vostri figli all' ignoranza, perché qualcuno vuole cosi, state educando i vostri figli alla perdita dei valori, perché qualcuno vi mostra cosi,state educando i vostri figli alla schiavitù perché qualcuno vi dice cosi. Ma la realtà non è questa. Un libro non è l' occasione per leggersi una bella storia. Un libro è l' occasione per esseri liberi. Ed Essere liberi è il presupposto per la civiltà dell'uomo. Quello che distingue un popolo dalla civiltà è la cultura. Può esserci popolo senza cultura, non può esserci civiltà con l' ignoranza. Un popolo sarà sempre schiavo, una civiltà sarà sempre libera. Poiché essere colti non significa sapere che 2+2=4; che ma però non si dice; che Colombo scoprì l' America nel 1492, ma scoprire il perché 2+2=4 e non 3, e poter dire un domani a chi mi dirà: 2+2=3, no 2+2=4. Pensare, ragionare, ecco l' infinità libertà dell' uomo, quella che apre gli occhi all' ignoranza, quella che non si può vendere o comprare ma quella si può cercare leggendo un libro.

    Da qui:



    sabato 19 febbraio 2011

    Freme il verde vessillo della terra

    Ora smette il vento del nord,
    Si sveglia il tiepido vento del sud,
    I cieli vengono fuori a pecorelle
    E freme il verde vessillo della terra.

    (Geo. Meredith)

    venerdì 18 febbraio 2011

    Natura, Psiche, Economia

    La globalizzazione, vera e propria crociata condotta in nome del dio Economia, non consiste solo in transazioni, ma anche in un campo di battaglia smisurato la cui estensione è pari all’intera superficie del pianeta.
    In questa battaglia senza esclusione di colpi i lavoratori rappresentano i soldati, mentre i generali, posseduti come moderni berserker dalla furia combattiva, sono incarnati dai potenti dell’economia e della politica.
    E come tutte le guerre, anche quella economica miete vittime umane e devasta interi territori. Basti guardare l’imponente strage di terreni e paesaggi che si sta verificando in Australia, dove spuntano come funghi le miniere di carbone destinato alla produzione di energia elettrica in Cina e in India, per rendersi conto della dimensione del problema.

    E in Italia? Mentre la propaganda moltiplica le teletrasmissioni strutturate sul modello delle cartoline che offrono squarci di paesaggi accuratamente ripuliti da scorie impertinenti, l’ormai ex Bel Paese, già martoriato dalle piaghe croniche del cemento e dell’asfalto, si sta letteralmente riempiendo di pannelli solari e di enormi pale eoliche. Persino i crinali delle nostre montagne sono ad altissimo rischio in questo senso.

    A legittimare questa politica è il precetto religioso secondo cui a fronte di un prossimo esaurimento delle riserve di energie fossili bisogna comunque mantenere, se non addirittura aumentare, gli stessi standard produttivi incentivando la produzione di energia rinnovabile.

    Una delle conseguenze di questo trend frenetico e fanatico è la distruzione di paesaggi che da sempre hanno ispirato l’animo di illustri scrittori per i quali il cosiddetto “viaggio in Italia” rappresentava una sorta di educazione alla bellezza. In epoche ancora non del tutto dominate da Economia, si riteneva che le bellezze naturalistiche costituissero una sorta di portale per accedere alle vette più sublimi dell’animo umano.

    Ma la contemplazione dei paesaggi è un bisogno tuttora radicato nella psicologia umana, anche se è talmente represso dalle esigenze economiche da risultare per molti irriconoscibile. 
    Lo studio incrociato dell’antropologia moderna e della psicoanalisi permette di superare i nostri pregiudizi su questo tipo di vissuto a lungo ignorato o snobbato dallo spirito moderno. 

    Questi studi mostrano che Natura e Psiche sono indissolubilmente legate, tanto che agendo sulla prima si agisce automaticamente anche sulla seconda . 
    Questo dipende dal fatto che sin dall’origine la Natura ha fatto da specchio e da supporto alla parte inconscia dell’uomo. Un po’ come se la Natura fosse diventata una sorta di memoria esterna dell’uomo.

    giovedì 17 febbraio 2011

    Dopo Preganziol, dopo il 13 febbraio

    Ecco cosa ho letto poco fa sul blog di  Loredana Lipperini

    "A proposito del rogo di libri, c’è stato un significativo cortocircuito con la manifestazione del 13 febbraio che vede protagonista l’indomita Donazzan. Qui trovate la cronaca.
    Come si vede, il lavoro da fare non è poco. .."


    Ecco uno stralcio

    "L'assessore Annalisa Toniolo informa i presidi delle Superiori sulla manifestazione “Se non ora, quando?”. 

    Elena Donazzan: “Grave interferenza”.
    Morena Martini: “Comportamento da stigmatizzare”. 
    Toniolo: "Sono esterrefatta"
    L'onda lunga della manifestazione “Se non ora, quando?”, svoltasi domenica scorsa in tutta Italia - Bassano compresa - a favore “della dignità delle donne”, continua ad infiammare il dibattito politico e il barometro, anche sul piano locale, segna ancora tempesta.

      
    Ad agitare le acque è un doppio intervento di Elena Donazzan e Morena Martini, che rivestono gli incarichi - rispettivamente - di assessore regionale all'Istruzione e di assessore provinciale alla Scuola.
    Le due esponenti del PdL prendono di mira l'assessore alla Pubblica Istruzione e alle Pari Opportunità del Comune di Bassano Annalisa Toniolo, che lo scorso 7 febbraio ha trasmesso una nota informativa ai dirigenti scolastici degli Istituti Superiori cittadini, con un documento allegato, nella quale dava comunicazione della manifestazione in oggetto.

    Trovate il resto da leggere
    qui

    mercoledì 16 febbraio 2011

    Quarta di copertina

    Mi capita a volte di andare a frugare tra i libri che, a casa mia, occupano spazi diversi.
    Oltre alla biblioteca  vera e propria, ci sono scaffali  un po' dovunque ed una vetrina in questo studio, riservata ai libri meno ... riletti.
    Elémire Zolla, è rinchiuso in questa vetrina, per l'appunto.
    Ieri, è stato un giorno ... da vetrina... Ho puntato gli occhi su "Lo stupore infantile" di Zolla, forse perché adoro le copertine di Adelphi, che di solito rivelano contenuti  interessanti.
    Ecco dunque la quarta di copertina de "Lo stupore infantile" i cui riferimenti ho citato nel post precdente a questo.

    "Punto di partenza (ma anche di arrivo) di questo libro è quello stato perfetto, di primordiale stupore per il mondo, che ciascuno di noi ha conosciuto in una fase della prima infanzia "premessa gloriosa e tradita dall'esperienza"

    Tornare ad esso significa scoprire un immenso tesoro psichico, accedere alla "conoscenza senza dualità", a una filosofia spinta al di là delle parole"



    martedì 15 febbraio 2011

    Da : Apocalissi e Genesi

     "... Si narrava in epoche remote che all'inizio del tempo sorsero suoni nella tenebra e presero un ritmo e a poco a poco divennero intelligibili, tramutandosi in fili di luce ondulante, per assumere infine la forma di corpi investiti dalla luce.

    Se si presta fede a questa genesi, basterà chiudere gli occhi e concentrarsi sulle musiche della natura: esse esprimono con precisione gli eventi, poiché in questo ritmo celano il loro più intimo segreto, la loro essenza, chiave e origine.

    Ogni sentimento si risolve nel ritmo che ne forma il sigillo e ne offre la definizione.

    Si tengano chiusi gli occhi e cadenze bene rullate ci comunicherebbero tutto ciò che le pupille spalancate ci mostrerebbero.
    Ce ne informeranno anzi assai meglio di qualunque vista o definizione verbale.

    I vocaboli sono miseri sussidi, rispetto al ritmo che li lega, connette, articola, atteggia, disponendoli in frasi musicali, in versi.

    ...  Si presti orecchio alle sequenze ritmiche che attraversano le foreste africane: con la massima cura diffondono i loro messaggi, meglio d'ogni sequenza di parole e frasi.
    Chi le ascolti, può credere che il mondo fu creato dal suono e che la visibilità ne sorse in un secondo momento.

    Oppure si ascoltino musiche nella notte fonda. Come dice Cioran, esse possono diventare "il linguaggio della trascendenza" e questo spiega le complicità che sanno creare: introducono in un universo dove le frontiere sono abrogate: "peccato che Proust, tanto impegnato ad analizzare la musica e i suoi effetti, ignori la sua capacità di trasporre al di là della sensazione".

    Questa genesi innocente sta  a eoni di distanza  dalle fantasticherie su Eden primordiali ...."

    Da "Lo stupore infantile" di Elémire Zolla - Biblioteca Adelphi 281.

    lunedì 14 febbraio 2011

    Le orchidee di Tomaso

    Ecco il regalo che Tomaso, amico di noi tutti, sempre presente con frasi gentili e intelligenti appena si pubblica un post nuovo, ha voluto donarci.


    Grazie di cuore caro Tomaso!!! E Buon S.Valentino!

    Valentine Day e i Lupercali

    Prima del vescovo Valentino, a cui, chissà perché, vengono attribuite tante leggende su questo giorno,  esistevano i Lupercali, una rielaborazione di una  festa ancora più antica.
    Due fanciulli, di nobile estrazione,  venivano condotti in una grotta nel bosco di Pan.
    Questo era un rito piuttosto violento, per cui non ne scrivo volentieri.

    Importante invece sapere  che il 14 febbraio o nei giorni limitrofi, si riteneva un tempo che  gli uccelli iniziassero a nidificare segnando il risveglio  della  natura e dunque dell’amore.



    Aggiungo alcuni versi di un grande Poeta, Mario Luzi  per ricordare l'amore che non appartiene comunque ad un giorno solo. L'Amore, quando esiste è ... dovunque e dura più di un giorno.





    Sei tu, l’attesa non è stata vana.                 

    Sei venuta fin qui dove la pioggia   
    affumica le piante e s’allontana
    .....                                                                                            

    (Mario Luzi) Quaderno gotico - VIII, 9-11

    domenica 13 febbraio 2011

    Una bella domenica

    Avviso tutti i lettori di questo blog che hanno seguito il post precedente, che oggi,  a Bologna, c'era una folla immensa.
    Eravamo così in tanti, che qualche volta ho avuto paura di non riuscire più a voltarmi per cercare una mia amica che si era allontanata dal nostro piccolo gruppo. 

    Moltissime le donne, ma moltissimi anche gli uomini, i giovani, e gli anziani.

    Da piazza XX Settembre siamo stati diretti in via Indipendenza, poi via Rizzoli, il Pavaglione e piazza  Maggiore.

    Non so, in questa ressa, come fosse possibile scattare foto. Ho visto qualcuno che riprendeva dei cartelli con la macchina fotografica, arrampicandosi su un monumento.

    E' arrivato, credo, anche il Sindaco, ma a questo punto noi amiche, ce ne siamo venute via. E neppure questo è stato facile. Andavamo infatti, controcorrente ...


    Sono convinta di avere passato ore in piena sintonia con persone che non conoscevo, di cui non era difficile captare la rabbia ma anche il sostegno di essere unite.

    Una bella esperienza di solidarietà. Comunque vada a finire....

    sabato 12 febbraio 2011

    Se non ora, quando?


    "Le donne non possono sottrarsi. Se cambiamento deve esserci, quello siamo noi. Se cambiamento deve esserci, ogni donna deve farlo. Se dev'esserci cambiamento nel mondo, noi donne abbiamo il nostro mondo per aiutare a raggiungerlo...
    .... 

     
    Se state per fuggire, per affrontare un rischio, osando agire in modo vietato,  allora scovate le ossa più profonde, fecondando gli aspetti naturali e selvaggi delle donne, della vita, degli uomini, dei bambini della terra.
    .....                
    Una donna deve scuotere di più la testa, avere più intuito, più vita creativa, più solitudine,  più compagnia di donne, più vita naturale, più cucina di parole e idee.

    Deve riconoscere meglio la sororità, la semina, le radici,... la poesia,  la pittura di favole...

    Possiamo tutte affermare di essere socie dell'antico clan delle cicatrici, orgogliosamente portare le cicatrici del nostro tempo, scrivere segreti sui muri, rifiutare di vergognarci."




     BOLOGNA – 13 febbraio, ore 14,30, P.zza XX settembre, nei pressi della stazione ferroviaria



    Il testo sopra è prelevato da qui:

    Clarissa Pinkola Estés "Donne che corrono coi lupi" - Frassinelli 1993

    venerdì 11 febbraio 2011

    Citazione da film


    "Non leggiamo o scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione.

    Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento.

    Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore...sono queste cose che ci tengono in vita"
    Peter Weir "L'attimo fuggente"

    giovedì 10 febbraio 2011

    Il giorno in cui


    Il giorno in cui il loto fiorì
    ahimè la mia mente vagava distratta
    e io non me ne accorsi.

    Vuoto rimase il mio canestro,
    il fiore rimase negletto.


    Solo, di tanto in tanto, 

    scendeva in me la tristezza 

    dal sonno mi destavo all'improvviso

    e sentivo la presenza dolce di
    una strana fragranza
    del vento del sud


    Quella vaga dolcezza
    come desiderio tormentava il mio cuore
    sembrava l'alito ardente dell'estate
    in cerca di soddisfazione.
    .....



    RABINDRANATH TAGORE
    Dal sonetto XX

    mercoledì 9 febbraio 2011

    Canto dell'esperienza




    Può
    un'emozione travasata in parole di memoria
    rinnovare una vicinanza smarrita in chilometri di tempo



    Può
    un vuoto seminato riempire la speranza
    nell'incognita di un incontro pronto a delusione di risveglio

    Può 
    rigenerare l'ansia dell'attesa  l'incognita ritrovata
    in cui non c'è certezza di apparenza
    ma certezza di sostanza

    Come è certo questo albero bianco di primavera
    profumato d'aria di speranza
    sentire che non c'è delusione
    come non c'è delusione in una gemma avviluppata

    Come non c'è timore ma certezza di dolcezza
    nel tempo che mutando i segni fa il suo gioco
    ma dolcezza infinita nell'incertezza di due diversi incedersi incontro

    Si, può


    martedì 8 febbraio 2011

    Manipolazione mediatica

    In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso

    Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. 

    Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria.

    Noam Chomsky (1928-) è linguista statunitense,  fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, che ha avuto profonde ripercussioni non solo nella linguistica, ma anche nella psicologia e nella metodologia della scienza. 
    Chomsky si è affermato anche come intellettuale anarchico e socialista libertario. La costante e acuta critica nei confronti della politica estera di diversi paesi e, in particolar modo, degli Stati Uniti, così come l'analisi del ruolo dei mass media nelle democrazie occidentali, lo hanno reso uno degli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra radicale americana e mondiale.
     Un articolo di Chomsky riportato su tanti siti e altrettanti blog è:
    "Ecco come drogano le nostre menti"


    Ne riporto solo una parte, essendo, per chi fosse interessato, per l'appunto, reperibile tutto su internet.

     1-La strategia della distrazione

    L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. 
    La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. 

    “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

    5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

    La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. 
    Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.

    Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

    7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

    Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.


    “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.


    8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità


    Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…



    Dal sito dell'editore Di Renzo

    lunedì 7 febbraio 2011

    Una lettera

    Cara mamma,
     

    dagli orologi fermi capisco la tua assenza. E stamattina nel solito bicchiere bianco c'era uno spazzolino da denti solo.
    Il tuo te lo sei portato via.
    Ma non credere che, te lontana, io faccia cose che a te dispiacciono.
    Il mio sogno più caro è destinato a oscillare nell'aria lungamente, ma poi - certo - a dissolversi nel sereno, oltre le cose. Perché amiamo perdutamente soltanto ciò che non avremo mai: e per me è la miseria, vecchi con lunghi mantelli fra ciminiere di fabbriche lontane, carraie che conducono a una cava di sabbia, bambine col grembiule rosso riflesse dall'acqua dei fossi. 


    La strada vera va lungo un marciapiede, ha consuete parole, vetrine infiorate, un "Punto giallo" fra gli specchi, e un mite desiderio di sicuri stipendi.
    Cara mamma, augurami di soffrire ancora a lungo per amore di fantasia: a questo patto la tua ragazza potrà non morire.
    Antonia


    (Antonia Pozzi - Lettera del 29 gennaio 1938
    L'età delle parole è finita - Lettere 1927-1938 - Archinto Editore)

    domenica 6 febbraio 2011

    Più del reale (more than real)

    Oggi ho avuto modo di osservare un calendario del 2010.
    Il calendario dei 12 passi. 
    E',  più esattamente un libro-calendario, frutto di lavoro interamente donato: autori dei testi, critici, fotografi...
    hanno collaborato a questa realizzazione senza chiedere né ricevere alcun compenso.

    Ho trovato tra le prime pagine questo testo di Valerio Dehò

    "La fotografia è un territorio senza ritorno.
    Ma in senso positivo.
    Il tempo vi scorre lentamente anche se non si ferma mai del tutto.
    Sono i privilegi della "seconda vista" che rende ciò che è vero anche reale.
    Il contrario è più improbabile.
    ..............
    ..............
     

    Problema dell'oltre ma anche dell'origine della magia di osservare qualcosa che non ci appartiene, ma lentamente entra nella nostra mente e nel nostro sangue.

    La fotografia è così sempre provvisoria, meno eterna dell'arte, ma più varia e necessaria.
    Una parte del nostro desiderio di appartenere interamente alla vita."



    Ardente meriggio nei prati




    Ardente meriggio nei prati. I ranuncoli
    esplodono e si fondono, e gli amanti
    passano, e passano.
    Sono neri e piatti come ombre.
    Bello non avere legami, io sono
    solitaria come l'erba. Che cosa mi manca?
    Qualunque cosa sia, la troverò?

    I cigni se ne sono andati, ma il fiume
    ricorda come erano bianchi.
    Cerca di inseguirli con le sue luci.
    Incontra la loro forma in una nuvola.
    Che cos'è quell'uccello che piange
    con tanto dolore nella voce?
    Sono giovane come sempre, dice.
    Che cosa, che cosa mi manca?

    (Sylvia Plath 1932-1963)

    sabato 5 febbraio 2011

    Uomini, pensieri


    • È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi. (Padmé Amidala
     ( Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith )

     
    • Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.
              ( Leo Longanesi Bagnacavallo 1905 - Milano 1957)
                Giornalista, editore e aforista italiano Da La sua signora, 1957
    • Prima sii libero, poi chiedi la libertà.
             (Fernando Pessoa - "La divina Irrealtà delle cose"  - Passigli Editori)

    venerdì 4 febbraio 2011

    Contatti





    Si dà per scontato che la pittura si rivolga all'occhio,
    che la musica comunichi all'orecchio ...



    Si dice disinvoltamente che la scultura e l'architettura siano arti visive: 

    ma non potrebbero essere considerate anche come qualcosa da toccare?



    Storia naturale dei sensi
    di Ackerman Diane - Ed. Frassinelli












    mercoledì 2 febbraio 2011

    O te che avrei amato, o te che lo sapevi!

    93 • A UNA PASSANTE

    D'attorno a me urlava la strada assordante. Alta, sottile, in lutto stretto, maestosa nel suo dolore, una donna passò, sollevando con la mano superba il festone e l’orlo della gonna;

    era così agile e nobile, con la sua gamba statuaria… Io bevevo, teso come un folle, nel suo occhio, cielo livido in cui nasce l’uragano, la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.

    Un lampo… poi la notte! – O fugace bellezza, il cui sguardo m’ha ridato improvvisamente la vita, non ti rivedrò che nell’eternità?

    Altrove, ben lungi da qui, tardi, troppo tardi, forse mai! Io non so dove fuggi, tu ignori dove io vada. 

    O te che avrei amato, o te che lo sapevi!

    Da "I fiori del male ed altre  poesie" - ed. Einaudi 2006

    martedì 1 febbraio 2011

    Febbraio: Imbolc o Candelora

    Febbraio deriva il suo nome da "februare" (purificare) o anche dalle cerimonie romane di espiazione, le "Februa" che si celebravano nella seconda metà del mese..
     

    Il 2 febbraio - per noi il giorno della Candelora - si colloca a metà tra la notte più lunga dell'anno del Solstizio d' Inverno il 21 dicembre, e  L'Equinozio di Primavera il 21 marzo quando la notte è lunga quanto il giorno.
     

    Il significato profondo di questo giorno (Candelora o Imbolc o Candlemas) è quello di una mistica rinascita. 

    Per questo Imbolc o la Candelora è definito , fin dai tempi più antichi,  la Fonte della Giovinezza, per evidenziarne le sue virtù catartiche e rinnovatrici che si esplicano sia nello spirito che nel corpo...
     
     

    Imbolc è una Fonte che sgorga dalle profondità del nostro spirito, per purificare, ringiovanire, dare inizio alla nuova vita nella luce che comincia sensibilmente ad aumentare.
     

    Il simbolo più puro di questa purificazione è l'Unicorno, di cui ho scritto in un  post del 2009...
    http://estateincantata.blogspot.com/2009/04/lunicorno.html

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