martedì 15 marzo 2011

I posteri e il nucleare: la nostra etica puzza

A dispetto di ogni "immaterialismo", mai nella storia degli umani si è prodotta tanta materia (rifiuti, monnezza, rumenta, rusco), si sono distrutte tante risorse, si è consumato in maniera tanto irresponsabile. 

Al rusco tradizionale, l' "obsolescenza programmata" delle merci di ultima generazione ha aggiunto il cosiddetto e-waste: ogni anno, migliaia di milioni di tonnellate di computer, stampanti, cd-rom, dischetti, telefonini, batterie, caricabatterie, telecomandi (prodotti che diventano "obsoleti" in un battito di ciglia, o la cui riparazione è impossibile o considerata "antieconomica") finiscono nelle discariche e poi negli inceneritori, grande nube di diossina che avvelena noi e tutte le specie viventi.

Quando in tv si parla la neo-lingua della "produttività", del "rilancio dei consumi" e del "fabbisogno energetico", basterebbe pensare ai rifiuti per capire di che si sta parlando veramente.

Il pianeta non è nostro, ce l'hanno "prestato" i posteri. Per ricorrere proprio all'autore di Das Kapital: "Nemmeno un'intera società, una nazione, e persino tutte le società di una stessa epoca prese complessivamente, sono proprietarie della terra. Sono soltanto i suoi possessori, i suoi usufruttuari e hanno il dovere di tramandarla migliorata, come bonis patres familias, alle generazioni successive" ("La nazionalizzazione della terra", in Karl Marx, Documenti dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori..., De Adani, Parma 1969).

Al contrario, se non invertiamo la rotta al più presto, limitando i nostri consumi e abbandonando le produzioni inquinanti, noi verremo maledetti dalle generazioni che verranno.
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Il nucleare, checché ne dicano i suoi fans, è una tecnologia anti-etica, tipico prodotto del capitalismo, che appiattisce tutto su un eterno presente e non si preoccupa di ciò che verrà. 
E il nucleare è soltanto uno dei problemi che stiamo creando alle persone di cui siamo antenati.

Nel romanzo Venere sulla conchiglia di Philip J. Farmer (Classici Urania, giugno 1984) si trova un'opinione interessante:

"Alcuni extraterrestri sostenevano che la causa del cattivo odore dei terrestri era la loro dieta, che, perfino tra i cinesi, consisteva principalmente di salsicce, patatine fritte, bibite analcoliche e birra. Ma gli octopodi di Algol, che erano forse la più filosofica fra tutte le razze, affermavano che non era un fatto di alimentazione. La psicologia influenzava la fisiologia. I terrestri puzzavano perché puzzava la loro etica."

E' probabile che su Algol, per produrre energia, gli octopodi non ricorrano al nucleare.

4 ottobre 2003 di Wu Ming 1
Preso da reader pubblico:

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